È arrivata oggi, e per oggi era attesa, la sentenza su Radovan Karadzic, ex leader politico dei serbi di Bosnia, accusato di genocidio davanti al Tribunale penale internazionale dell'Aja.
Giudicato "non responsabile" per il primo dei capi a suo carico, è stato invece ritenuto colpevole per il genocidio di Srebrenica.
Originario del Montenegro, dove nacque nel 1945, Karadzic si trasferì giovane con la famiglia a Sarajevo, dove prese una laurea in psichiatria. Apparì sulla scena politica all'inizio degli anni Novanta e fu nominato leader del Partito democratico serbo (Sds), a suo dire per decisione del presidente Slobodan Milosevic.
Secondo il tribunale dell'Aja non fu il responsabile del genocidio commesso in sette comuni della Bosnia orientale (Bratunac, Prijedor, Foca, Kljuc, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik). "Una forma di associazione a delinquere pianificata con attenzione" c'è stata, dice la Corte, che tuttavia "non ha potuto constatare la sussistenza dell'intenzione di commettere il genocidio".
Diversa la decisione per i fatti di Srebrenica, per cui la corte dell'Aja l'ha ritenuto colpevole, come anche per gli altri dieci capi d'imputazione nei suoi confronti. Arrestato a luglio 2008, dopo una lunga latitanza, Karadzic entrò per la prima volta in aula nel 2009. È stato giudicato colpevole anche per reati relativi all'assedio di Sarajevo.
La prima fase processuale è durata sei anni. L'ex leader dei serbi di Bosnia è accusato di genocidio, crimini contro l'umanità e violazione delle leggi e costumi di guerra, ai danni di musulmani e croati bosniaci, durante la guerra che si protrasse dal 1992 al 1995.
(Srebrenica, guarda la fotostoria).
Dopo la condanna di oggi, Karadzic ha già annunciato un ricorso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.