Continuano le violenze contro la comunità serba in Kosovo. L’ultimo episodio è accaduto proprio nei giorni scorsi, quando un gruppo di estremisti musulmani albanesi ha sparato a più riprese contro le case e contro alcuni veicoli nell’enclave serba di Gorazdevac, nell’Ovest del Paese.
Secondo le informazioni che riportano i media serbi, l’assalto non avrebbe provocato nessun ferito. Ma ha provocato ingenti danni agli edifici e alle auto prese di mira. Nell’attacco gli estremisti hanno anche distrutto un monumento in memoria dei serbi rimasti uccisi nei micidiali bombardamenti aerei della Nato nella primavera del 1999.
Le autorità di Belgrado hanno subito condannato l’accaduto, invitando la comunità serba in Kosovo a “non cadere nelle provocazioni degli estremisti albanesi”. Marko Djuric, capo dell’Ufficio governativo serbo per il Kosovo, definendo l’assalto come la “Notte dei cristalli a Gorazdevac”, ha detto che “si tratta di azioni che hanno il solo lo scopo di intimidire la popolazione serba al fine di indurla a lasciare le proprie case”. E ha chiesto ai rappresentanti delle comunità internazionale presenti in Kosovo di condannare questi gravi atti di minaccia.
Il Kosovo, diventato indipendente nel febbraio del 2008, dopo un lungo braccio di ferro con Belgrado che non l’ha mai riconosciuta, insieme a diversi Paesi come Russia, Cina, Venezuela, Spagna e Romania, è una delle zone più feconde per il reclutamento dell’estremismo islamico. Anche diverse Ong islamiche che hanno operato in Kosovo nel dopoguerra, sarebbero complici della radicalizzazione. Sotto la copertura del lavoro umanitario, infatti, avrebbero contribuito alla formazione della nuova generazione jihadista.
La stessa che nell’ultimo periodo sta fornendo manovalanza ai tagliagole dell’Isis in Siria ed Irak. E la paura per la comunità serba è anche quella che gli albanesi musulmani più radicali possano iniziare azioni terroristiche sul territorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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