Dall'inizio della guerra la Russia continua a far passare in primo piano la minaccia nucleare. Intimidazioni più o meno velate, discorsi choc e poi le rassicurazioni del caso. Ma il pericolo è reale e la situazione può degenerare da un momento all'altro. Un chiaro avvertimento in tal senso è arrivato da Andrey Klimov, decano dei senatori di Russia Unita, che con un certo orgoglio ha voluto mettere il petto in fuori e le mani avanti: "Non conviene minacciare un Paese che ha 6mila testate nucleari".
La minaccia nucleare
Il vicecapo della Commissione Esteri del Consiglio di federazione, la Camera alta del Parlamento, ha però tenuto a precisare che tutto ciò non si traduce automaticamente in un utilizzo per colpire l'intera popolazione mondiale: nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera ha specificato che l'intenzione non è quella di "distruggere il mondo, cosa che non faremo mai" e ha ribadito che non c'è "assolutamente" qualche possibilità che siano usate.
Per Klimov è una questione di rapporti di forza, un modo per sottolineare che la Russia vanta "molti strumenti a cui attingere". La tesi è che se non ci fossero sarebbe tutto più complicato per Mosca: proprio per questo motivo il decano dei senatori di Russia Unita sostiene che "l'importante è che ci siano", che il solo fatto che esistano "risolve tutte le altre questioni".
È notizia proprio di ieri che il sottomarino nucleare Irkutsk, modernizzato con una maggiore potenza di combattimento, potrebbe tornare a disposizione della flotta militare russa impegnata nell'Oceano Pacifico alla fine del 2023. Stando a quanto riportato dalla Tass, allo stato attuale il sottomarino è sottoposto a prove in mare.
Guerra e denazificazione
Andrey Klimov ritiene che l'Unione europea si stia comportando "come un truffatore". Un'accusa forte dovuta al piano lessicale, visto che fin da subito erano emersi i distinguo su questo fronte: ha ripetuto che quella in corso non è una vera e propria guerra, ma che l'esercito russo sta portando avanti un'operazione militare speciale tenendo in considerazione diverse limitazioni. "A differenza di una vera guerra, non si tratta di distruggere un Paese o un popolo", ha spiegato.
Una delle motivazioni della mossa di Mosca è sempre stata l'urgenza di denazificare l'Ucraina. In tal senso Klimov ha fatto sapere che la Russia fino al febbraio 2022 aveva presentato all'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) progetti di dichiarazione che condannavano ogni glorificazione del nazismo o neonazismo. E ha puntato il dito contro gli Stati Uniti e l'Ucraina: "Hanno sempre votato contro".
Klimov ha inoltre dichiarato che l'Europa occidentale "si sta discostando definitivamente dai suoi valori".
A sostegno della sua tesi ha citato l'esempio del 2004, quando la Nato si allargò inglobando altri Paesi europei. Per quella occasione ha ricordato con dispiacere che nel progetto della Costituzione dell'Ue "fu escluso il principio delle radici cristiane".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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