L'Ecuador ha dichiarato lo stato di emergenza per l'afflusso di migranti venezuelani che scappano dalla fame.
Più di 4 mila migranti, infatti, arrivano ogni giorno in Ecuador nel tentativo di fuggire dalle crisi in corso in Venezuela.
Lo stato di emergenza è stato dichiarato, per la prima volta nella storia del paese sudamericano, in tre stati del nord del paese e rimarrà in vigore almeno fino alla fine di agosto.
Il Ministero degli Affari Esteri e della Mobilità Umana ha dichiarato che la mossa è necessaria per organizzare un piano di emergenza per assisterli.
Santiago Chavez, vice ministro della mobilità umana, ha affermato che il piano "darà una risposta efficace e un aiuto concreto per la protezione di coloro che entreranno nel territorio ecuadoriano".
Come parte del piano di emergenza, saranno assunti funzionari addetti all'immigrazione. Altri dottori, assistenti sociali e psicologi verranno inviati nelle province di Carchi, Pinchincha e El Oro, lungo il confine tra Ecuador e Colombia, per assistere i migranti malati e vulnerabili.
Le organizzazioni umanitarie internazionali aiuteranno l’Ecuador fornendo tende, acqua e cibo.
Numerosi paesi latinoamericani stanno introducendo misure speciali per far fronte alla migrazione dal Venezuela, gente che scappa dalla dittatura comunista voluta dal presidente Nicolas Maduro, un totalitarismo socialista che ha causato una crisi politica, sociale ed economica senza precedenti, con una iperinflazione stratosferica.
In questo mese di agosto l'ex presidente colombiano Juan Manuel Santos ha concesso 440 mila permessi di soggiorno temporaneo ai profughi venezuelani, per consentire loro di studiare, lavorare e ricevere cure mediche in Colombia.
Il Brasile ha dichiarato lo stato di emergenza a maggio e ha chiuso temporaneamente il confine settentrionale con il Venezuela lo scorso 7 agosto.
L'Argentina ha accolto più di 31 mila venezuelani secondo una legge che consente ai cittadini stranieri di
rimanere nel paese "quando ci sono ragioni eccezionali di natura umanitaria".Molti venezuelani continuano a scegliere di lasciare il loro paese mentre la recessione sta entrando nel suo quinto anno consecutivo di egemonia.
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