Ormai da giorni le dinamiche sul campo di guerra hanno imposto alla Russia di cambiare strategia: ora l'obiettivo principale è il Donbass, considerato un traguardo raggiungibile con minori difficoltà rispetto alla conquista di Kiev. Il cambio del piano russo è dettato anche dalla fretta di ottenere una vittoria entro il 9 maggio: in quel giorno si tiene la Giornata della Vittoria, in cui il popolo russo ricorda la vittoria sui nazisti durante la Seconda guerra mondiale. In quell'occasione Vladimir Putin vorrebbe tenere una celebrazione simbolica per festeggiare il trionfo in Ucraina (se si limiterà solo al Donbass sarà non una vittoria completa ma l'obiettivo minimo).
Sulle orme di Caterina II
A questo punto una domanda sorge spontanea tra gli esperti: la conquista del Donbass sarebbe per il presidente della Federazione Russa un ritorno sulle orme di Caterina II? In un certo senso sì. Cosa accomuna Putin e l'imperatrice di Russia? A spiegarlo è stato il professor Giorgio Cella, studioso esperto dell'Europa orientale, il quale ha ricordato che il Donbass rientrava nel piano imperiale di Caterina II chiamato Novorossiya (Nuova Russia): "Era l'idea di creare una zona russa sul limes fra mondo occidentale e steppe eurasiatiche".
Cella, intervistato da Il Giorno, ha sottolineato che una certa retorica e il precedente della Novorossiya "indubbiamente richiamano la memoria zarista". Allo stesso tempo però ha tenuto a precisare che le operazioni vanno inquadrate anche in vista di eventuali futuri trattati di pace, "quando la situazione militare si sarà stabilizzata".
Il Donbass
Come detto in precedenza, il Donbass rappresenta l'obiettivo cruciale della Russia soprattutto se Putin dovrà esibire delle conquiste territoriali entro il 9 maggio. Cella non ha escluso una seconda offensiva oltre il Donbass: in quel caso il tentativo sarebbe conquistare "delle regioni meridionali sul mar Nero, fino a Odessa e forse alla Transnistria". Sarebbero successi di un certo peso "da spendere sul tavolo dei negoziati".
Va ricordato che nella regione del Donbass si combatte da ormai otto anni. Per Putin questo rappresenta un vero e proprio "ritorno al punto nevralgico del conflitto del 2014". Indubbiamente qui gli abitanti "sono in larga parte russofoni", ma questo non si traduce automaticamente in essere russofili. Non è di certo impossibile, anzi è probabile, ma non si può sostenere una tesi troppo generale.
Un ragionamento comunque appare evidente: se lo fossero, Putin potrebbe giustificare così l'operazione militare "con la necessità di proteggere questa parte di popolazione dagli attacchi ucraini".
Ma il professor Cella ha ricordato che la resistenza ucraina ha assunto una forza notevole anche in quelle aree "dove è tradizionalmente forte l'influenza russa" (da Mariupol a Odessa passando per Mykolaiev).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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