“Licenza d’uccidere”: il dossier che inguaia Duterte

Guai in vista per il presidente delle Filippine Rodrigo Roa Duterte, “inchiodato” da un dossier di 124 pagine che svela i legami tra polizia e giustizieri

“Licenza d’uccidere”: il dossier che inguaia Duterte

Guai in vista per il presidente delle Filippine Rodrigo Roa Duterte, “inchiodato” da un dossier di 124 pagine intitolato “licenza d’uccidere”.

Il rapporto, pubblicato giovedì scorso dalla Human Right Watch di New York, accusa la polizia di Manila di legami con i cosiddetti “vigilantes” e cioè gli “uomini armati non identificati” che, dall’insediamento di Duterte ad oggi, hanno fatto strage di spacciatori.

I primi sei mesi di mandato di “The Punisher”, così come lo ha ribattezzato la stampa occidentale, “sono stati un disastro”, si legge nel report che denuncia l’uccisione di più di 7 mila persone, tra pusher ed utenti, nel corso di operazioni di polizia o di conflitti a fuoco di matrice sospetta.

“Duterte ha ordinato, istigato ed incitato questi omicidi”, tuona Peter Bouckaert, l’autore del rapporto, dalle colonne dell’Inquirer. Un’accusa non certo nuova, che il presidente filippino si porta dietro da quando, eletto a furor di popolo, divenne sindaco della città di Davao.

Nel corso di una permanenza di alcune settimane nelle Filippine, Bouckaert ha scoperto che i cosiddetti “uomini armati non identificati” coinvolti negli omicidi di spacciatori e tossicomani “operano in collaborazione con la polizia e, spesso, sono poliziotti” che “indossano abiti civili”.

A sostegno delle accuse, il dossier cita diversi casi, tra cui quello di un presunto spacciatore ucciso a colpi d’arma da fuoco, nel distretto di Malate – a Manila – lo scorso gennaio, da un uomo non identificato. Secondo i testimoni, quando la polizia è arrivata per effettuare i rilievi sarebbe comparsa accanto al cadavere un pistola.

Tra le raccomandazioni conclusive, l’organizzazione umanitaria chiede ai partner internazionali di sospendere programmi di cooperazione e finanziamenti “fino a quando il governo filippino non terminerà questa

‘guerra alla droga’ e avvierà le indagini sulle presunte uccisioni illegali”, mentre un monito particolare è rivolto proprio al governo degli Stati Uniti, diffidato espressamente dal vendere armi a Manila.

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