L'Italia in guerra contro l'Isis

Incursori del IX reggimento d'assalto Col Moschin partiranno la settimana prossima per l'Iraq. La Difesa smentisce: "Nessuna attività operativa"

L'Italia in guerra contro l'Isis

L'Italia va in guerra contro l'Isis. Secondo quanto scrive Il Foglio, trenta incursori del Nono reggimento d'assalto Col Moschin partiranno la settimana prossima per il fronte più caldo della guerra dell'Occidente all'Isis: Ramadi, Iraq.

Le nostre forze speciali raggiungeranno un contingente americano in una nuova base militare creata a Taqaddum, tra Falluja e Ramadi - città entrambe controllate dallo Stato Islamico. Sempre secondo quanto scrive Daniele Ranieri, l'amministrazione Obama aveva chiesto al governo italiano ottanta operatori delle forze speciali nell'ambito di una nuova strategia contro lo Stato islamico, ma il governo ha optato per trenta.

I soldati italiani non andrebbero in Iraq per ricoprire il ruolo di istruttori militari, ma opereranno "outside the wire", fuori la base, "assieme alle forze speciali americane, all'esercito iracheno e anche assieme ai clan sunniti locali chiamati a prendere le armi (in teoria) contro lo Stato islamico".

Intanto, le milizie curde hanno ripreso il pieno controllo della città siriana di Kobane, assediata dall’Isis. Ci sono ancora scontri a sud della città. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sottolineando che i jihadisti sunniti sono stati costretti a ritirarsi. L’Isis ha ucciso circa 200 persone nella zona, dall’inizio dell’ultima offensiva, giovedì.

"Non c’è e non è prevista alcuna attività operativa delle forze speciali sul terreno a Ramadi, né con le truppe irachene né con le forze della coalizione", hanno precisato all’Adnkronos fonti della Difesa. "L’unico impegno delle forze speciali in Iraq non ha carattere operativo ma addestrativo e fa riferimento, viene rilevato, all’attività di formazione e addestramento a Baghdad assicurata dai militari italiani a beneficio delle forze di sicurezza irachene.

Rimane in prospettiva la possibilità che un contingente di carabinieri sia inviato in Iraq per formare le unità di polizia irachene e sovrintendere alla costituzione di unità di forze dell’ordine locali. Eventualità, questa, richiamata dallo stesso ministro della Difesa Roberta Pinotti nelle scorse settimane".

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