La decisione è stata presa e non prevede un passo indietro. Ha messo le cose in chiaro l'opposizione venezuelana, che di fronte alla possibilità di andare al voto il prossimo 22 aprile, legittimando una consultazione che democratica non sarà, ha preferito dare forfait e lasciare da solo il caudillo Maduro.
"Se il governo di Maduro vuole mettere in piedi una gigantesca farsa elettorale vada avanti per la sua strada, ma non conterà con l’opposizione né con la maggioranza della popolazione venezuelana", hanno detto gli oppositori della Mud, denunciando ancora una volta una situazione politicamente insostenibile.
Molte le condizioni poste perché l'opposizione faccia un passo indietro: il voto nel secondo semestre dell'anno, un rinnovamento della Corte elettorale, che oggi è né più né meno che uno strumento in mano al presidente, ma anche la garanzia che si vada al voto con una vera par condicio e con gli osservatori internazionali messi in condizione di valutare realmente l'andamento della consultazione.
Altre questioni ancora sono gli arresti domiciliari imposti ai leader dell'opposizione e il voto impedito a chi si trova all'estero, non di rado perché oppositore politico.Se Maduro non farà un passo indietro rispetto alle sue intenzioni, e non è facile che accade, nelle urne i cittadini troveranno soltanto il suo nome, forse in aggiunta a qualche oppositore di facciata.
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