L'ultimo delirio delle femministe: "Basta parlare di sport al lavoro"

Secondo la femminista Ann Francke parlare di sport sul luogo di lavoro potrebbe rappresentare un comportamento discriminatorio nei confronti delle donne: "Si sentono escluse". Ma il web insorge

L'ultimo delirio delle femministe: "Basta parlare di sport al lavoro"

Siete maschi e parlate di sport sul luogo di lavoro? L'arbitraggio della partita di calcio della domenica ha, secondo voi, penalizzato la vostra squadra del cuore? Non vi piace come l'allenatore ha messo la squadra in campo? State escludendo le donne dalla conversazione, e questa è una forma di discriminazione e di molesta. In poche parole, siete sessiti. A sostenere questa bizzarra teoria, per usare un eufemismo, non è una persona qualunque ma Ann Francke, presidente del Chartered Management Institute, istituto professionale per la gestione d' impresa, e nota femminista.

Francke ha esposto la sua controversa teoria sulla Bbc inglese, durante il programma Today. "Molte donne si sentono escluse" ha sottolineato. "Non seguono quegli sport - calcio e cricket, ndr - e non amano essere costrette per forza di cosa a parlarne o essere incluse nella discussione. Non ho nulla contro gli appassionati di sporto i fan del cricket, è fantastico, ma il problema è che molte persone non sono fan di questi sport" ha rimarcato, sottolineando che i capi, al lavoro, dovrebbero "ridurre" e contenere le discussioni sportive. Perché? Semplice. Per Ann Francke - e come lei, altre estremiste del femminismo politically correct - parlare di sport è un comportamento machista, che fa parte di una "cultura patriarcale". Insomma, il solito refrain: "È il segnale di una cultura machista" ha aggiunto.

Fortunatamente, l'idea di Ann Francke non trova consensi in molte donne, appassionate di sport. Che ma differenza di quanto sostiene la presidente del Chartered Management Institute, esistono, più di quanto lei possa pensare. Basti pensare alla crescita di popolarità dello stesso calcio femminile in questi anni. Secondo la giornalista sportiva Jacqui Oatley si tratta di "un'idea terribile". "Se si proibiscono le conversazioni sul cacio o le battute su qualsiasi altro argomento, allora si rischia di alienare le persone che vogliono davvero comunicare tra di loro" ha detto alla Bbc. "Sarebbe davvero negativo dire alle persone di non parlare di sport perché alle ragazze non piace, sarebbe molto più divisivo". La maggior parte degli utenti intervenuti su Twitter hanno dato ragione alla giornalista Otaley e torto ad Ann Francke. L'ex ministro del Regno Unito Tracey Crouch ha bollato la proposta della celebre femminista come "un mucchio di sciocchezze".

La dimostrazione che il buon senso vince contro l'estremismo radical chic delle femministe e che il politicamente corretto rappresenta solamente una battaglia ideologica di una minoranza incapace di fare i conti con la realtà.

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