Da parte di Angela Merkel non sta arrivando troppa disponibilità ad aprire una discussione che porti a un accordo strutturale con il Regno Unito, dunque con Boris Johnson, sulla Brexit. Anzi, quello che sta emergendo porta da tutt'altra parte. Sono voci di corridoio giornalistiche ma, considerando lo stato dei fatti, possono essere considerate realistiche senza troppi patemi. Per quanto qualcuno, in specie da sinistra, sembri sospettare che siano state messe in giro ad arte per far sì che le responsabilità di un no deal, quello cui si sta andando incontro, siano ascrivibili politicamente ai leader di altre nazioni europee e non a quello sovranista della Gran Bretagna. Comunque sia, non sarebbe la prima volta che esponenti di spicco dell'Unione europea contestano, anche sul piano pratico, l'operato e le intenzioni del primo ministro britannico: accade sin da quando Johnson è stato nominato.
Tutto ruota attorno all'indipendenza economica dell'Irlanda del Nord, che per la Merkel dovrebbe poter agire in solitaria rispetto ai diktat dell'Uk. Almeno per ciò che concerne le politiche doganali. Ma Johnson non ne vuole sapere. La Brexit, per la visione del leader conservatore, deve riguardare l'intero blocco, persino nella sua versione più estrema, cioè quella senza intesa con Bruxelles. La stessa che ha propagandato in campagna elettorale. E così, stando a quanto riportato da Repubblica, che ha fatto presente come la notizia derivi da una narrazione fatta da una fonte vicina all'esecutivo di Johnson alla Bbc, Angela Merkel avrebbe sbarrato la strada a ogni possibile intesa - il condizionale rimane d'obbligo - tanto da aver riferito la seguente espressione all'ex sindaco di Londra "enormemente improbabile". Il riferimento, com'è deducibile, è all'accordo tra la istituzione sovranazionale europea e il governo londinese. La Cancelliera, in ogni caso, sembra avere le idee molto chiare su quello che può essere consentito in relazione all'uscita e quello che invece deve essere negato senza troppi ragionamenti. Se Boris Johnson dovesse rimanere fermo sulle sue posizioni, in sintesi, potrebbe presto trovarsi all'interno di una situazione ancora più ingarbugliata: già quello che sta accadendo a livello parlamentare è piuttosto complesso.
Queste comunque rimangono ore calde.
Nella discussione, per versi diversi e contrastando l'uno l'opinione dell'altro, sono entrati pure Donald Tusk e Nigel Farage. Lo scenario Brexit, del resto, riguarda da vicino molti interessi, ma anche la tenuta dell'attuale assetto europeistico. Non è un mistero che i due, sull'Unione europea, abbiano idee opposte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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