Il premier Giuseppe Conte deve proprio tenere al Fondo salva Stati. È da mesi che ci gira attorno. È stato giusto l’estate scorsa che, tenendo all’oscuro mezzo governo (al tempo leghisti e grillini andavano ancora a braccetto), aveva dato il via libera a una riforma che, una volta approvata, renderà il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) ancora più pericoloso per chi ne farà ricorso.
A distanza di qualche mese, mentre l’Unione europea viene trascinata in una crisi economica devastante generata dalla pandemia del coronavirus, ecco Conte tornare alla carica proponendo di “liberare” i 410 miliardi di euro del Fondo salva Stati. Un intervento del genere, solitamente, dovrebbe far scattare l’intervento della Troika in quei Paesi i cui governi attingono alla liquidità del Mes. Per evitarlo il premier ha chiesto ai partner europei di mettere da parte questa clausola ma ha ricevuto un “no” secco dai soliti falchi. A guidarli, questa volta, c’è l’Olanda che non vuole sentir proprio parlare di erogare denaro senza porre condizioni.
A Conte non sono rimasti troppi assi nella manica. Dopo aver raschiato il fondo con un decreto fiscale da 35 miliardi di euro, non sa dove andare a trovare le risorse per far fronte alla mega crisi in cui ci ha gettato il coronavirus. Da qui la proposta (sostenuta soprattutto Da Emmanuel Macron e Pedro Sanchez) di sbloccare il tesoretto del Fondo salva Stati senza mettersi in casa la Troika. In teoria le regole non lo permettono. La scorsa settimana la commissione Problemi economici dell’Europarlamento ha sottoscritto un accordo che svincola l’accesso al Fondo dalle cosiddette “condizionalità”. Ma la Commissione Ue avrebbe, tuttavia, fatto capire sin da subito che sarebbe più propensa a concedere “una forma leggera di condizionalità”. Lo stesso Lorenzo Bini Smaghi, intervistato da Radio 1, avrebbe spiegato che l’unica strada percorribile è un uso del Mes “a condizioni ridotte”.
Cosa questo comporti lo scopriremo (forse) più avanti. La rendicontazione potrebbe, infatti, avvenire solo ex post.I timori, dunque, rimangono. D’altra parte chiunque finora ha avuto a che fare con il Fondo salva Stati ha dovuto patire le pene dell’inferno.
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