Stop all'accordo sul grano siglato lo scorso 22 luglio in Turchia. È questa la prima mossa della Russia in reazione a quelli che il Cremlino ha definito “attacchi terroristici” contro il porto di Sebastopoli, in Crimea.
A renderlo noto con un comunicato è stato il ministero della Difesa russo, secondo cui è impossibile operare nel quadro dell'intesa che dalla scorsa estate garantiva il trasporto e l'esportazione del grano ucraino.
La nota di Mosca
L'accordo sul grano ha rappresentato per adesso l'unico documento di una certa rilevanza firmato da Kiev e Mosca dall'inizio della guerra. Ad agevolare le trattative è stata la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, mediatrice tra le parti assieme alle Nazioni Unite. Nell'accordo è stato previsto un meccanismo di monitoraggio, sotto la supervisione dell'Onu, per fare in modo che le navi cariche di grano bloccate a Odessa potessero salpare senza particolari problemi.
Il tutto dopo mesi in cui, a livello internazionale, la penuria di cereali stava già iniziando a far sentire i suoi effetti nel prezzo della materia e nei Paesi più poveri. L'Ucraina è infatti una delle principali esportatrici di grano e diverse aree del medio oriente e dell'Africa da anni si riforniscono da Kiev.
L'attacco delle scorse ore a Sebastopoli ha spinto la Russia a mettere in seria discussione l'accordo. Il porto, il principale della Crimea, è stato bersagliato nelle prime ore del mattino e sono state colpite diverse navi militari. Tra queste, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo, anche alcune preposte alla sicurezza dei mezzi contenenti il grano oggetto dell'accordo. Il Cremlino ha da subito accusato gli ucraini di aver agito in modo terroristico.
Da qui dunque la decisione del governo di Mosca di ritirarsi dall'intesa siglata a luglio. Il ministero della Difesa ha dato comunicazione della scelta ai propri funzionari presenti a Istanbul, lì dove avvengono le operazioni di controllo del rispetto dell'accordo.
Il documento, hanno spiegato dal ministero degli Esteri russo, è sospeso a termo indeterminato. “A causa delle azioni di Kiev – si legge nella nota del ministero in questione – che dietro la copertura dei corridoi per l'export di grano ha lanciato massicci attacchi aerei e marittimi utilizzando droni contro navi e infrastrutture della Flotta russa del Mar Nero, la Russia non può più più garantire la sicurezza delle navi civili che partecipano all'intesa”.
Kiev: “Da Mosca solo un pretesto”
Dalla capitale ucraina non sono mancate le repliche alla scelta del Cremlino. A rispondere su Twitter è stato il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba. “Avevamo avvertito dei piani della Russia per rovinare l'iniziativa sui cereali del Mar Nero – si legge sulla bacheca del titolare della diplomazia di Kiev – Ora Mosca usa un falso pretesto per bloccare il corridoio del grano che garantisce la sicurezza alimentare a milioni di persone. Invito tutti gli Stati a chiedere alla Russia di smettere di fare i suoi giochi con la fame e di riprendere a rispettare i suoi obblighi”.
We have warned of Russia’s plans to ruin the Black Sea Grain Initiative. Now Moscow uses a false pretext to block the grain corridor which ensures food security for millions of people. I call on all states to demand Russia to stop its hunger games and recommit to its obligations.
— Dmytro Kuleba (@DmytroKuleba) October 29, 2022
Il rischio è adesso legato a un possibile nuovo balzo in avanti del prezzo del grano. Un allarme già lanciato in Italia dalla Coldiretti.
“Con l'Ucraina, che rappresenta da sola il 10% degli scambi mondiali di grano – si legge in una nota della Coldiretti – la chiusura dei corridoi di pace per l'export favorisce la speculazione e spinge i prezzi dei cereali”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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