La mossa di Macron in Libia: restituirà a Tripoli il jet appartenuto a Gheddafi

A breve potrebbe tornare in Libia l'aereo usato da Muammar Gheddafi per i suoi spostamenti: la Francia ha deciso di restituire al governo di Tripoli il jet del rais

La mossa di Macron in Libia: restituirà a Tripoli il jet appartenuto a Gheddafi

Il corteggiamento francese al nuovo governo libico del premier Ddeibah passa anche dalla restituzione di un jet. Non si tratta di un mezzo qualsiasi, bensì di un aereo che ha accompagnato il rais libico Muammar Gheddafi negli ultimi suoi anni di vita.

Un aereo che è quindi parte integrante della storia recente della Libia. L'ex leader del Paese nordafricano l'ha usato tante volte, anche ad esempio quando nel 2009 è atterrato all'aeroporto Ciampino di Roma. Si trattava di una sorta di “Air Force One” del rais, una vera e propria sua fortezza dei cieli da cui poteva continuare le sue attività e da dove poteva sempre rimanere a contatto con Bab Al Aziziya, la caserma di Tripoli in cui risiedeva.

La storia del jet

L'aereo, un Airbus A340, oggi è a Perpignan, in Francia. Emmanuel Macron, come ha sottolineato La Repubblica, vorrebbe restituirlo ai libici. La storia del jet è molto particolare. Il primo proprietario è stato il fratello del sultano del Brunei. È stato lui ad attribuirgli il nome con il quale ancora oggi è registrato, ossia "5A-One", un riferimento nemmeno troppo velato all'Air Force One statunitense.

Successivamente è stato acquistato da un membro della famiglia dei Saud, in Arabia Saudita. Nel 2006 invece Muammar Gheddafi, secondo un'inchiesta della Cnn, lo ha portato a Tripoli dopo aver pagato 120 milioni di Dollari.

Per il rais era essenziale avere un mezzo affidabile per i suoi sempre più frequenti spostamenti all'estero. Il timore dell'ex leader libico era legato ad attentati o sabotaggi durante i vari tragitti internazionali intrapresi. Da qui l'idea di affidarsi al mezzo dell'Airbus, dotato anche di parecchi comfort al suo interno. Da Tripoli hanno sempre raccontato di un Gheddafi non così predisposto per i viaggi all'estero e non solo per una questione di sicurezza. Il rais soffriva particolarmente il jet lag, così come lo stress per le ore impiegate per spostarsi da Tripoli a un'altra capitale. Per questo all'interno del 5A-One era presente anche una camera da letto e un confortevole salotto.

L'areo lo si riconosceva subito per via della scritta fatta incidere nella fusoliera dallo stesso Gheddafi: 9-9-99, la data in cui nella sua Sirte è stato firmato il documento che ha dato vita alla nuova Unione Africana.

Poi nel 2011 è intervenuta la guerra e l'aereo è rimasto fermo per molto tempo all'interno dell'aeroporto di Tripoli. La sua lunga sosta forzata nello scalo della capitale libica ha rappresentato uno dei simboli della fine sia fisica che politica di Gheddafi. Nessuno dei suoi successori sapeva cosa farsene e così il Consiglio Nazionale di Transizione l'ha affidato all'Air France.

Le volontà di Macron

Prima che le successive battaglie tra milizie per il controllo dell'aeroporto di Tripoli lo danneggiassero irrimediabilmente, l'aereo è stato portato a Perpignan. Qui è rimasto parcheggiato per altri anni. Fino a poche settimane fa, quando l'A340 ha ripreso il volo per un collaudo. Adesso per l'appunto il governo francese vorrebbe ridarlo ai libici.

Il fotografo francese Clément Alloing è riuscito ad immortalarlo. Non c'è più la scritta riguardante l'Unione Africana, nella fusoliera appare invece una grande bandiera libica. Gli interni sono stati restaurati, ai lavori avrebbe contribuito anche la Eacs, la compagnia statale di Tripoli. Macron, alla base della sua mossa, ha sfruttato anche una vecchia sentenza di un tribunale francese che ha sancito l'appartenenza alla Libia del jet.

E così, come rimarcato sul sito Africa Intelligence, a breve l'aereo potrebbe tornare a disposizione dei libici. Per la Francia tutto ciò rappresenta la possibilità di guadagnarsi i favori dell'attuale governance libica.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica