"Nei territori del Sud si gioca lo scontro decisivo": il monito del generale

Il conflitto si sposta e si concentra nei territori del Sud dell'Ucraina: le prossime settimane saranno decisive per capire l'esito finale che dipenderà da alcune mosse. Ecco il parere del generale Domenico Rossi

"Nei territori del Sud si gioca lo scontro decisivo": il monito del generale

Tutti gli sforzi degli eserciti, il russo e l'ucraino, si concentrano adesso soprattutto nel Donbass dopo che, come abbiamo visto sul Giornale.it, gli uomini di Putin si stanno ritirando anche da Kharkiv. Ma quali sono, quindi, i territori sensibili dove dobbiamo aspettarci l'offensiva maggiore? "Lo sforzo principale delle truppe sul terreno sembra essere il Sud, cioè il corridoio che unisce il Donbass alla Crimea e c'è in atto una manovra per tagliare fuori le truppe ucraine. L'esito di questo scontro, influenzato dall'afflusso delle armi occidentali, potrebbe essere decisivo per le sorti del conflitto": l'analisi è stata fatta dal generale Domenico Rossi, già sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito e sottosegretario alla Difesa, all'Ansa.

"Che fase stiamo vivendo"

Dopo gli attacchi insistenti all'acciaieria di Mariupol e la ritirata delle truppe russe, come detto, dalla città di Kharkiv, la concretezza va spostata altrove anche per trovare nuove risorse e non disperderle più in quei territori che gli ucraini hanno saputo difendere con le unghie e con i denti grazie anche agli aiuti occidentali. "In questa fase - ragiona il generale - si sta ripetendo la situazione della prima parte del conflitto, quando i russi si sono ritirati in Bielorussa dopo un tentativo di accerchiare Kiev". Da un lato, quindi, la resistenza e controffensiva ucraina forte delle nuovi armi americane, britanniche ed europee, dall'altro la rimodulazione degli obiettivi russi. Adesso, infatti, "i militari di Putin si sono ritirati dalla regione di Kharkiv, ma per concentrare lo sforzo principale in direzione sud, verso Izjum e Sevierodonetsk".

"Ecco la svolta nel conflitto"

Le perdite dei russi finora sono state ingenti: al di là dei numeri, veri o presunti, sui caduti in battaglia e quante armi e mezzi militari sono stati distrutti e abbattutti dagli ucraini, le truppe di Putin non sono così numerose e corpose da consentire un fronte troppo ampio: devono necessariamente concentrarsi ai territori di Crimea e Mariupol. A quel punto, taglierebbero fuori "10-15mila militari ucraini e potrebbe esserci una svolta nel conflitto", ha spiegato il generale Rossi. Alcune foto dimostrerebbero poi che l'esercito di Zelensky per impedire l'avanzata russa hanno "fatto saltare i ponti sul Donetsk, mentre, dall'altra parte, i russi stanno gettando ponti campali per far passare le loro truppe".

"Una lotta contro il tempo"

Da questa contrapposizione, quindi, potrebbero innescarsi importanti novità sulla tempistica del conflitto "che può cambiare in caso di successo di questa manovra" (riferita ai russi) mentre, se gli ucraini riusciranno a fronteggiare il nemico e temporeggiare un po' come accade da giorni, il tempo continuerà a scorrere inesorabile e diventerebbe "una guerra di logoramento che potrebbe durare anche diversi mesi". Il generale spiega che si tratta di "una lotta contro il tempo, tra chi arriva prima tra le armi occidentali e gli sforzi russi". Tra un paio di settimane saremo a tre mesi dall'inizio della guerra che ha mostrato l'enorme difficoltà di organizzazione e logistica dei russi anche se, sulla carta, avrebbero mezzi e armi più potenti.

Il generale conclude pensando che Mosca potrebbe non avere ancora "scatenato il massimo della potenza militare dispiegabile" perchè bombardamenti più pesanti "avrebbero comportato un prezzo più alto da pagare in termini di censura da parte della comunità internazionale".

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