Netanyahu: "Polacchi complici della Shoah". Tensioni Israele-Polonia

Tensioni tra Israele e Polonia dopo che il primo ministro israeliano Netanyahu avrebbe detto che la "complicità tra nazisti e Polacchi" sull'Olocausto sarebbe un "fatto noto". Poi Netanyahu ha smentito parlando di "manipolazione giornalistica"

Netanyahu: "Polacchi complici della Shoah". Tensioni Israele-Polonia

I rapporti diplomatici tra Israele e Polonia sono ai minimi termini in seguito alle parole primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a proposito della "complicità tra nazisti e Polacchi" sullo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. "Un fatto noto", ha detto Netanyahu. Inevitabile la reazione piccata del presidente polacco Andrzej Duda, che ha minacciato di disertare il summit del gruppo di Visegrad - Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia - in programma lunedì a Gerusalemme. Poi, dopo 24 ore di gelo, l'ufficio stampa di Netanyahu ha smentito l'articolo del Jerusalem Post. "È un caso di manipolazione giornalistica malevola", la nota dello staff del primo ministro israeliano, confermata anche dall'ambasciatore di Israele in Polonia, Anna Azari. "Ero presente al briefing del primo ministro e confermo che Netanyahu non ha detto che la nazione polacca ha collaborato con i nazisti, ha detto solo che nessuno è stato denunciato per ricordare quei polacchi che hanno collaborato con loro".

Negli ultimi tempi, Netanyahu sta cercando di stringere buoni rapporti con i Paesi est-europei. È in questa direzione che va la proposta di ospitare a Gerusalemme la riunione del gruppo V4, la prima a svolgersi oltre i confini dei quattro Paesi da quando è nata l'alleanza, nel 1991. Come spiega il Guardian, le presunte parole di Netanyahu erano state accolte con clamore in Polonia, col presidente Duda pronto a chiedere di spostare l'incontro di lunedì da Gerusalemme a Varsavia. Venerdì il riavvicinamento. Oltre a smentire genericamente quanto riportato dal Jerusalem Post, l'ufficio stampa di Netanyahu ha precisato che il premier israeliano non ha mai parlato di "popolo polacco" coinvolto nella Shoah, ma di "polacchi". Ma in Israele c'è chi non accetta il passo indietro di Netanyahu. Yair Lapid, leader del partito di centro Yesh Atid e figlio di un sopravvissuto all'Olocausto, ha criticato il primo ministro spiegando che "avrebbe dovuto dire al presidente polacco di cancellare il biglietto aereo e di non venire in Israele, dal momento che manca di rispetto alla nostra storia". Secondo Lapid, il presidente della Polonia "condivide materiale antisemita" e il suo imminente arrivo a Gerusalemme rappresenta "un danno per l'orgoglio nazionale di Israele".

Non è la prima volta che si registra una crisi diplomatica tra i due Paesi. Era già successo nel gennaio 2018, quando il Parlamento polacco aveva approvato una legge che prevedeva il carcere fino a tre anni per i sostenitori della tesi di un ruolo attivo dei polacchi nello sterminio degli ebrei. Norma che aveva suscitato le critiche di Usa e Israele: "Si tratta di negazionismo".

Alla fine, a giugno, la Polonia si era convinta tornare parzialmente sui suoi passi togliendo il carcere pur mantenendo una pena pecuniaria. "Questa norma deve funzionare senza controversie", aveva detto il primo ministro polacco Mateusz Dworczyk.

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