L'Apple ha accettato la richiesta delle autorità cinesi di rimuovere l'applicazione del New York Times dall'Apple Store. La notizia ha fatto scalpore soprattutto perché dimostra ancora una volta la forte tensione che c'è tra la Cina e gli Stati Uniti sul mercato tecnologico.
Già diversi colossi del web americani come Facebook e Google erano stati esclusi dal mercato cinese. "Siamo stati informati che l'app del New York Times è in violazione delle nome locali. Di conseguenza, è stata rimossa dall'App Store in Cina. Quando la situazione dovesse cambiare, l'App Store offrirà nuovamente l'app del New York Times per il download in Cina", ha spiegato Fred Sainz, portavoce dell'azienda di Cupertino.
Sembra però che Apple abba eliminato l'applicazione il giorno in cui il giornalista del New York Times David Barboza chiedeva informazioni alla Apple su facilitazioni e sussidi per miliardi di dollari concessi dal governo cinese alla Foxconn, l’azienda che produce per conto della Apple molti degli iPhone. Nonostante il blocco, il quotidiano ha ugualmente pubblicato l'inchiesta lo scorso 29 dicembre.
"Il governo ha iniziato a bloccare i siti del New York Times nel 2012, dopo una serie di articoli sulla ricchezza accumulata dalla famiglia di Wen Jibao, l'allora premier. La richiesta delle autorità cinesi di rimuovere la nostra app rientra nel più ampio tentativo di prevenire l'accesso ai lettori in Cina alla copertura indipendente offerta dal New York Times sul Paese", si legge sul quotidiano.
La
battaglia potrebbe dientare comunque più dura dopo l'insediamento di Donald Trump mentre i cinesi privi di uno speciale software per aggirare i controlli non potranno leggere le notizie del quotidiano americano.
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