Quarta incriminazione per Nicolas Sarkozy, ex presidente francese, dopo quelle, subite nel marzo del 2018, per corruzione, ricettazione e uso di finanziamenti illeciti. Stavolta, l’ex inquilino dell’Eliseo è stato indagato per “associazione per delinquere” ed è la prima volta che un ex Capo dello Stato francese si trova a fronteggiare un’accusa simile da parte della magistratura. A riportare la notizia della quarta tegola giudiziaria ai danni di Sarkozy è stata per prima la rivista online Mediapart e la medesima notizia è stata poi confermata da fonti giudiziarie. I filoni di indagine in cui è coinvolto l’esponente gollista provano tutti a fare luce sui rapporti finanziari intrattenuti dalla cerchia di Sarkozy con uomini vicini al dittatore libico Muammar Gheddafi e sull’ipotetico sostegno del regime di Tripoli alla carriera politica dell’allora astro nascente del centrodestra d’Oltralpe.
Nel dettaglio, l’incriminazione per associazione per delinquere è stata formulata a carico dell’esponente gollista direttamente dalla Procura nazionale contro i crimini economico-finanziari e attiene a fatti risalenti al 2007. In quell’anno, per la precisione nel corso delle presidenziali di allora, la campagna per la rielezione di Sarkozy, sostiene l’accusa, avrebbe beneficiato di aiuti economici elargiti sottobanco dal governo libico. In realtà, già all'epoca erano state avanzate accuse ai danni del politico di centrodestra in merito ai suoi presunti legami illeciti con Gheddafi, in quanto proprio Mediapart pubblicò in quei giorni carte scomodissime per il candidato gollista, che facevano appunto riferimento ai finanziamenti occulti del regime nordafricano alla cerchia di Sarkozy.
Prima di indagare per l’ennesima volta l’ex inquilino dell’Eliseo, i magistrati titolari dell’indagine relativa ai finanziamenti risalenti al 2007 avevano di recente convocato e interrogato per quattro giorni proprio il politico conservatore, che ha finora sempre ribadito la propria estraneità a ogni addebito. Egli si era anzi ultimamente vantato di avere affrontato l’interrogatorio di quattro giorni rispondendo “a tutte le domande che mi sono state poste senza mai essere in difficoltà”.
Anche dopo l’incriminazione per associazione per delinquere, Sarkozy ha continuato a professarsi innocente, pubblicando sui social parole piene di fiducia nell’accertamento finale, nelle aule di tribunale, della sua onestà e trasparenza.
Egli ha però contestualmente diffuso sul web dichiarazioni in cui manifesta il proprio stupore e la propria amarezza per il fatto che i magistrati titolari delle indagini abbiano finora dato credito alle insinuazioni mosse contro di lui da “assassini, noti truffatori e falsi testimoni”.— Nicolas Sarkozy (@NicolasSarkozy) October 16, 2020
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