La canzone s'intitola Hymn for the 81% e in pochi giorni ha già superato le 500 mila visualizzazioni su Youtube. È stata scritta da Daniel Deitrich, pastore evangelico della chiesa di South Bend, capoluogo della Contea di St. Joseph nello Stato dell'Indiana, e prende di mira l'81% di cristiani evanangelici bianchi che nel 2016 ha supportato l'elezione del Presidente Donald Trump. "Nel 2016, l'81% dei cristiani evangelici bianchi ha votato per Donald Trump dopo aver ascoltato, tra le altre cose, una registrazione audio di Trump che si vantava delle donne che aggrediva sessualmente. Anche dopo aver messo in atto politiche deliberatamente crudeli per lacerare le famiglie e mettere i bambini in gabbie al confine sud, il supporto degli evangelici è più forte che mai", ha dichiarato Daniel Deitrich a Religion News Service, spiegando i motivi che l'hanno convinto a scrivere e pubblicare Hymn for the 81%.
"Sono cresciuto nel mondo evangelico e mi è stato insegnato a prendere sul serio le parole di Gesù: ama Dio, ama il tuo prossimo, dai da mangiare agli affamati, combatti le ingiustizie. Mi è stato insegnato che cose come l'amore, la pace, la gentilezza, la gentilezza e l'autocontrollo contano. Ecco perché sono stato così confuso e profondamente rattristato dall'incrollabile lealtà verso un uomo che incarna così chiaramente il contrario di questi valori", ha spiegato il pastore, descrivendo la canzone come "un lamento e un rimprovero" verso il mondo evangelico che sostiene il tycoon. Sarà l'unico inno anti-Trump di Deitrich? Forse no. "Vorrei non doverlo fare ma sospetto che continuerà a essere necessario. C'è così tanto lavoro da fare per combattere la supremazia bianca, l'omofobia, la transfobia, il sessismo".
La canzone di Deitrich si scaglia contro l'amministrazione Trump colpevole, a suo dire, di "mettere i bambini in gabbia, strappare le madri dai loro bambini" ma incolpa soprattutto la chiesa evangelica cristiana di non aver preso posizione al riguardo: "Mi aspettavo fossi dalla loro parte ma tutto ciò che ho sentito è stato il silenzio o peggio, giustificazioni". È innegabile che Donald Trump debba la sua presidenza, almeno in parte, ai cristiani evangelici d'America. E il presidente degli Stati Uniti non sarà certamente in grado di vincere il prossimo 3 novembre senza il loro sostegno. Per questo ha deciso di prendere parte - come nessuno prima di lui aveva fatto - e intervenire alla grande manifestazione per la vita lo scorso 25 gennaio, a Washington, Dc. La manifestazione March For Life è servita al tycoon per rafforzare i suoi legami con la sua base cristiana evangelica conservatrice in vista delle elezioni statunitensi del 2020.
Secondo Pew Research, la maggior parte degli evangelici bianchi afferma che voterà sicuramente (59%) o probabilmente (17%) per Trump, e solo il 14% afferma che probabilmente o sicuramente voterà per un democratico.
I cattolici sono più equamente divisi tra coloro che dichiarano che voteranno sicuramente per Trump (33%) e quelli che hanno intenzione di appoggiare il candidato democratico (32%). Tra i cattolici, come tra i protestanti, i fattori razziali ed etnici svolgono un ruolo importante nelle intenzioni di voto.
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