Il Burundi è sempre più sull'orlo di una guerra civile che potrebbe poi degenerare ulteriormente in un genocidio etnico. Ma se tutto ciò avvenisse, l'Onu non sarebbe in grado di intervenire e arginare la tragedia. Questo è quanto è emerso da una lettera confidenziale scritta da un ufficio di peacekeeping dell'organizzazione e riportata dai principali media internazionali.
Il Burundi da aprile vive una situazione di estrema violenza. Il tutto si è sviluppato dopo che il Presidente Nkurunziza ha deciso di candidarsi a un terzo mandato. Decisione totalmente incostituzionale che ha dato vita a proteste e scontri. Le manifestazioni sono state represse nel sangue, gli oppositori politici fatti sparire e se all'inizio la questione riguardava soltanto l'opposizione politica, ora il timore è che la violenza posso degenerare e incanalarsi nei binari dello scontro etnico, gli Hutu legati al presidente da un lato, i Tutsi da un altro.
A dicembre la situazione si è esasperata con assalti alle caserme e una repressione sempre più brutale, ed è proprio in virtù degli ultimi episodi che il 6 gennaio, i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite hanno ricevuto il documento contenente i possibili scenari che possono presentarsi in Burundi.
Il testo che fa parte del piano d'emergenza delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana, prende in esame la situazione attuale, dove viene definito il Burundi come un ''inferno'', oltre a rappresentare i crimini commessi dal regime nei confronti della popolazione.
Ma l'elemento che più inquieta è l'ammissione di incapacità delle Nazioni Unite nell'affrontare una possibile guerra civile o peggio ancora un genocidio e nel testo in francese pubblicato da Rfi (Radio france international) si legge proprio '' le Nazioni Unite sarebbero attualmente incapaci ad assicurare la protezione dei civili burundesi''.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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