"Odio e pazzia". Usa queste parole Papa Francesco, nel suo discorso all'Assemblea generale dell’Onu, per descrivere le ragioni di una persecuzione religiosa che colpisce "i cristiani, insieme ad altri gruppi culturali o etnici". Il Papa tiene a ricordare che vittime delle persecuzioni e delle violenze sono anche gli islamici moderati, cioè "quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dall’odio e dalla pazzia, sono stati obbligati ad essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case ed averi e sono stati posti nell’alternativa di fuggire o di pagare l’adesione al bene e alla pace con la loro stessa vita o con la schiavitù".
Se nel discorso pronunciato ieri davanti al Congresso americano il Papa si era rivolto all'America, parlando al cuore dei politici, oggi parla al mondo intero. E' il quinto pontefice nella storia a entrare nella sede delle Nazioni Unite. Ad accoglierlo c'è il segretario generale Ban Ki-moon. "Quest'aula è uno spazio speciale - dice il segretario generale nel suo saluto al Papa -. In un nessun altro posto i leader possono parlare a tutta l'umanità. Per decenni è esattamente quello che hanno fatto. Ma mai, in 70 anni di storia, l'assemblea generale è stata onorata dall'apertura di un Papa. Grazie santità di essere qui a fare la storia. Con la sua agenda globale il Papa sta attirando l'attenzione del mondo sui temi dell'ambiente, dei rifugiati e della povertà".
Bergoglio prende la parola e rende subito "omaggio a tutti gli uomini e le donne che hanno servito con lealtà e sacrificio l’intera umanità in questi 70 anni. In particolare - precisa - desidero ricordare oggi coloro che hanno dato la loro vita per la pace e la riconciliazione dei popoli, a partire da Dag Hammarskjold (primo segretario generale vittima di un incidente aereo nel 1961) fino ai moltissimi funzionari di ogni grado, caduti nelle missioni umanitarie di pace e di riconciliazione".
"Il potere tecnologico, nelle mani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche - argomenta il Santo Padre - è capace di produrre tremende atrocità". All'inizio del suo discorso ricorda le visite alla Nazioni Unite dei suoi predecessori, Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1995 e Benedetto XVI nel 2008. Tutti loro, osserva il pontefice, "hanno riconosciuto la risposta giuridica e politica adeguata al momento storico, una risposta imprescindibile. Tutti costoro non hanno risparmiato espressioni di riconoscimento per l’Organizzazione, considerandola la risposta giuridica e politica adeguata al momento storico, caratterizzato dal superamento delle distanze e delle frontiere ad opera della tecnologia e, apparentemente, di qualsiasi limite naturale all’affermazione del potere. Una risposta imprescindibile - avverte il Papa - dal momento che il potere tecnologico, nelle mani di ideologie nazionalistiche o falsamente universalistiche, è capace di produrre tremende atrocità. Non posso che associarmi all’apprezzamento dei miei predecessori, riaffermando l’importanza che la Chiesa Cattolica riconosce a questa istituzione e le speranze che ripone nelle sue attività".
"L’ambiente naturale e il vasto mondo di donne e uomini esclusi - prosegue il Santo padre - rappresentano due settori intimamente uniti tra loro, che le relazioni politiche ed economiche preponderanti hanno trasformato in parti fragili della realtà. Per questo - spiegato il capo della Chiesa - è necessario affermare con forza i loro diritti, consolidando la protezione dell’ambiente e ponendo termine all’esclusione. Alzo la mia voce - ha detto - insieme a quella di tutti coloro che aspirano a soluzioni urgenti ed efficaci. L’abuso e la distruzione dell’ambiente, allo stesso tempo, sono associati ad un inarrestabile processo di esclusione".
"L’esclusione economica e sociale - osserva il capo della Chiesa - è una negazione totale della fraternità umana e un gravissimo attentato ai diritti umani e all’ambiente. I più poveri sono quelli che soffrono maggiormente questi attentati per un triplice, grave motivo: sono scartati dalla società, sono nel medesimo tempo obbligati a vivere di scarti e devono soffrire ingiustamente le conseguenze dell’abuso dell’ambiente. Questi fenomeni costituiscono oggi la tanto diffusa e incoscientemente consolidata cultura dello scarto".
Il Santo padre si sofferma anche sul funzionamento delle Nazioni Unite, così importante per il futuro dell'umanità ma, al conbtempo, così fragile e inefficace alla risoluzione delle crisi: "La riforma e l’adattamento ai tempi sono sempre necessari, progredendo verso l’obiettivo finale di concedere a tutti i Paesi, senza eccezione, una partecipazione e un’incidenza reale ed equa nelle decisioni. L’esperienza di questi 70 anni, al di là di tutto quanto è stato conseguito - afferma il Pontefice -, dimostra che la riforma e l’adattamento ai tempi sono sempre necessari, progredendo verso l’obiettivo finale di concedere a tutti i Paesi, senza eccezione, una partecipazione e un’incidenza reale ed equa nelle decisioni. Tale necessità di una maggiore equità - ha proseguito -, vale in special modo per gli organi con effettiva capacità esecutiva, quali il Consiglio di Sicurezza, gli organismi finanziari e i gruppi o meccanismi specificamente creati per affrontare le crisi economiche. Questo - aggiunge - aiuterà a limitare qualsiasi sorta di abuso o usura specialmente nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. Gli organismi finanziari internazionali devono vigilare in ordine allo sviluppo sostenibile dei Paesi e per evitare l’asfissiante sottomissione di tali Paesi a sistemi creditizi che, ben lungi dal promuovere il progresso, sottomettono le popolazioni a meccanismi di maggiore povertà, esclusione e dipendenza".
Papa Francesco saluta con soddisfazione e incoraggia il proseguimento dei negoziati tra Onu e Iran sul nucleare: "Il recente accordo sulla questione nucleare in una regione sensibile dell’Asia e del Medio Oriente, è una prova delle possibilità della buona volontà politica e del diritto, coltivati con sincerità, pazienza e costanza. Formulo i miei voti perchè questo accordo sia duraturo ed efficace e dia i frutti sperati con la collaborazione di tutte le parti coinvolte".
"Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini - sottolinea Bergoglio - è il modo migliore di prendere il loro posto. Questo è qualcosa che voi, come popolo, rifiutate. La nostra, invece - prosegue ancora il Papa -, dev’essere una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia".
Una standing ovation e un applauso di oltre un minuto segnano la fine del discorso del Santo padre. Dopo aver lasciato la sede dell'Onu Papa Francesco si sposta a Ground zero, al Memorial dell’11 settembre. Il capo della chiesa cattolica romana prende parte a un atteso incontro interreligioso, con rappresentanti ebrei e musulmani. Un altro significativo momento del suo intenso viaggio negli Stati Uniti.
Poi il Pontefice si è recato a Central Park, nel cuore di Manhattan, dove sono almeno 80mila le persone che stanno regalando a Papa Francesco uno spettacolare bagno di folla, il più imponente della sua visita negli Usa. Il corteo papale, arrivato da Harlem, ha attraversato il parco da nord a sud. Imponenti e senza precedenti le misure di sicurezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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