La partita cinese si gioca a Kiev

Le armi occidentali sono migliori ma scarseggiano perché gli americani le forniscono col contagocce: quante ne bastano per non perdere, poche per vincere.

La partita cinese si gioca a Kiev

Alla fine, si scopre che a decidere chi vincerà non saranno le armi ma la politica. Politica è ormai una parolaccia e bisognerebbe sostituirla con le intenzioni dei gruppi dirigenti occidentali. Questa guerra viene combattuta con tutte le armi note, più una specie di enorme cannone multiplo computerizzato noto come Himars e che costa una decina di milioni. Un mostro di tecnologia che, con la leggerezza di una ballerina, sparisce senza farsi colpire dopo essere stato individuato. Ce l'hanno i russi ma i migliori sono americani e inglesi. Queste armi determinano progressi lentissimi ma prevedibili: vincerà chi avrà più Himars. Le armi occidentali sono migliori ma scarseggiano perché gli americani le forniscono col contagocce: quante ne bastano per non perdere, poche per vincere.

Lo sviluppo militare sarà la conseguenza delle decisioni politiche, le fonti americane dicono di voler valutare le intenzioni cinesi, sulla guerra per Taiwan. La Cina è in espansione rallentata e all'interno del partito comunista diminuisce il numero dei guerrafondai. Nell'attesa della scelta di Pechino fra burro o cannoni gli americani dosano la risposta ucraina alla Russia, mostrando sia potenza tecnologica sia flessibilità.

Gli ucraini lo sanno e hanno annunciato di esser in grado di produrre i cannoni Himars con le loro risorse, il che è possibile anche se richiede tempo. Lo stesso tempo che ha la Cina per decidere se fare la guerra di Taiwan o accettare la pace americana, abbandonando i russi.

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