Emmanuel Macron da oggi è ufficialmente il presidente della Repubblica francese. Il passaggio di consegne, all'Eliseo, è avvenuto. François Hollande ha lasciato il palazzo presidenziale salutato da Macron, che l'ha accompagnato fino all'auto e lo ha salutato nel cortile con una lunga stretta di mano. Poi Macron, con la moglie Brigitte, è rimasto brevemente in cima alle scale dell'Eliseo per un saluto, prima di rientrare all'interno dell'edificio per il proseguimento della cerimonia. L'incontro tra i due è stato più lungo di quanto previsto dal cerimoniale.
I codici nucleari sono tra le prime informazioni trasmesse dal presidente uscente al suo successore. Una scena, si legge sul sito di "Le Figaro", che accende molte fantasie ma che in realtà è abbastanza complessa e delicata e che avviene alla presenza del Capo di Stato Maggiore. "Il codice segreto delle armi nucleari non è un Pin di quattro cifre scritto su un foglio di carta, ma una combinazione più complessa, che assicura che solo il presidente possa dare l'ordine", ha spiegato al quotidiano francese un ricercatore presso la Fondazione per la ricerca strategica. Il passaggio di consegne vero e proprio è avvenuto nella centrale di comando "Jupiter", che si trova sotto il palazzo presidenziale, deve è posizionato il sistema di comando centrale. Macron ora ha disposizione un sistema per dare l'eventuale ordine di ricorrere alle armi nucleari anche trovandosi lontano dall'Eliseo.
A proclamarlo presidente è stato il presidente del Consiglio costituzionale francese, Laurent Fabius. Dopo la firma del documento e la consegna delle insegne di Gran maestro dell'Ordine della Legione d'Onore, Macron pronuncia il discorso di investitura.
"I francesi hanno scelto lo scorso 7 maggio la speranza e lo spirito di conquista - ha detto il presidente rivolgendosi al suo Paese -. Il mondo intero ha guardato le presidenziali e si è chiesto se i francesi avrebbero deciso di ripiegarsi sul passato, se avrebbero lasciato la scena della storia e avrebbero ceduto allo spirito di divisione, invece il popolo francese ha abbracciato il futuro. Il mondo e l'Europa hanno oggi più che mai bisogno della Francia, di una Francia forte, sicura del suo destino, di una Francia che porti alta la voce della libertà e della solidarietà, che sappia inventare il futuro. Il mondo ha bisogno di quello che i francesi hanno sempre insegnato, cioè l'audacia della libertà, l'esigenza dell'uguaglianza e la volontà della fraternità".
L’Europa "sarà rifondata e rilanciata" poiché essa "protegge" i propri cittadini. L’Europa, ha continuato, "diffonde nel mondo i nostri valori". Quanto alla Francia, essa è forte quando cresce".
Nel suo discorso di insediamento Macron ha citato e ringraziato tutti i presidenti della Quinta repubblica che lo hanno preceduto, dal generale Charles De Gaulle fino al predecessore François Hollande, passando per Georges Pompidou, Valery Giscard d'Estaing, François Mitterand, Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy. Quest'ultimo è stato ricordato da Macron per la sua gestione del Paese nel periodo della crisi economica. Hollande, invece, è stato definito un "precursore" per i suoi sforzi fatti per raggiungere l'accordo di Parigi sul clima, ed è stato ricordato per avere "protetto i francesi" affrontando gli attacchi terroristici che hanno colpito il Paese.
Il primo passo da presidente, per Macron, è una marcia simbolica, sugli Champs-Elysées, per recarsi sulla Tomba del Milite Ignoto. Domani un'altra tappa fondamentale: la nomina del primo ministro.
Alla fine della prossima settimana Macron farà visita alle truppe francesi impegnate all'estero, molto probabilmente in Mali. Lo riferisce a Reuters una fonte vicina al presidente.
La Francia è intervenuta in Mali nel 2013 per fermare l'avanzata di al-Qaeda, che aveva preso il controllo della parte nord del Paese. Sono oltre 4mila i soldati francesi dispiegati nella regione per dare la caccia agli islamisti, e mille di loro sono in Mali.
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