Il piano di Trump per indurre i migranti a restare in Messico

Il piano di Trump, nonostante debba ancora tradursi in provvedimenti normativi, ha già scatenato l’ira di democratici e ong

Il piano di Trump per indurre i migranti a restare in Messico

L’amministrazione Trump ha in questi giorni lanciato una strategia intesa a dissuadere i migranti ispanici dall’infiltrarsi in territorio statunitense.

Tale piano, formalmente denominato Migration Protection Protocols (Mpp) ma subito ribattezzato dal tycoon “Resta in Messico”, è stato da poco elaborato dal dipartimento per la Sicurezza nazionale, che ha ultimamente subito un cambio di leadership. Il nuovo segretario del dicastero in questione, Kevin McAleenan, presentando il progetto Mpp ha quindi voluto fare coincidere l’inizio del suo mandato con un inasprimento della linea governativa sul fronte migratorio.

La strategia “Resta in Messico”, ideata dallo stesso McAleenan e subito elogiata da Trump, prevede la possibilità che i richiedenti asilo latinos possano essere rispediti nei Paesi di origine anche se l’esame della loro istanza di protezione internazionale non è stato ancora ultimato dagli uffici-immigrazione Usa. Sempre con l’intento di dissuadere i cittadini delle nazioni centroamericane dal proposito di emigrare negli Stati Uniti, il piano benedetto dal tycoon dispone anche ingenti aiuti finanziari di Washington a vantaggio del Messico, territorio di provenienza della maggioranza degli stranieri che ogni anno provano a varcare le frontiere “a stelle e strisce”.

L’ufficio-stampa del dipartimento per la Sicurezza nazionale, tramite una nota, ha presentato il piano Mpp quale simbolo dell’impegno del nuovo segretario McAleenan sul fronte della salvaguardia dei confini e dei lavoratori americani. Il presidente Usa, con alcune dichiarazioni rilasciate ultimamente ai cronisti di Fox News, ha quindi descritto l’iniziativa governativa “Resta in Messico” come uno strumento inteso a ribadire il concetto secondo il quale “In America, i clandestini vengono espulsi anche se fanno domanda d’asilo.

Nonostante la strategia annunciata dall’esecutivo debba ancora tradursi in provvedimenti normativi, i democratici e le ong per i diritti dei rifugiati hanno subito accusato la Casa Bianca di avere preso una decisione “disumana”. I liberal, per bocca del loro capogruppo alla Camera dei rappresentanti Steny Hoyer, hanno infatti etichettato come una “pagina nera per la nazione” il progetto in ambito migratorio ideato dall’amministrazione Trump.

Charanya Krishnaswami, esponente dell’associazione umanitaria Amnesty International USA, ha quindi tuonato: “Le politiche decise dal presidente sono crudeli e irresponsabili, in quanto mettono a

repentaglio la sicurezza e l’incolumità di chi chiede protezione alle autorità americane dopo essere fuggito da teatri di guerra o da nazioni funestate dal narcotraffico, da stupri di massa e da discriminazioni etniche.”

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