Non è la rivoluzione che ci si potrebbe aspettare, ma le ultime elezioni Comunali in Arabia Saudita sono comunque un momento che verrà ricordato nel regno del Golfo, consegnato alla storia come la prima tornata elettorale in cui alle donne è stato concesso di votare e di candidarsi per un posto in politica.
È già una svolta per un Paese ultra-conservatore come l'Arabia Saudita, in cui sono almeno quattro le candidate che hanno ottenuto un posto nei consigli comunali. C'è una donna "al potere" nel governatorato di Ihssa, una a Tobouk e una vicino alla Mecca, città santa dell'islam.
La storia delle elezioni nel Paese del Golfo è ancora molto giovane. Solo tre, finora, le occasioni in cui i sudditi del reame sono stati chiamati alle urne. E di certo non si può parlare dell'Arabia Saudita come di uno Stato aperto e giusto. Sono ancora moltissime le proibizioni che gravano sulle donne, a cui il fu re Abdullah concesse però il voto prima di morire.
Le donne saudite non possono guidare, le candidate non hanno potuto utilizzare le proprie foto per la campagna elettorale, in accordo con gli stretti dettami della versione iper-tradizionalista dell'islam professata a Riad e non hanno potuto neppure scontrarsi "apertamente" con gli altri candidati, costrette a comizi segregati.
Limitazioni forti, che non hanno tuttavia scoraggiato le donne. Quasi mille si sono presentate per un posto nelle amministrazioni locali.
E la popolazione femminile registrata per il voto raggiunge un totale piuttosto esiguo rispetto agli uomini, tuttavia in quattro ce l'hanno fatta.C'è l'ha fatta anche Salma bint Hizab al-Oteibi, eletta al consiglio comunale a Madrakah, nella regione della Mecca. Ha sconfitto altri nove candidati, sette dei quali erano uomini.
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