Aprile 2014, la setta di Boko haram, sino a quel momento conosciuta per le attività di terrorismo perpetrate nel cuore della Nigeria, per gli attacchi alle chiese durante la celebrazione delle festività cristiane e per il sequestro di alcuni occidentali, compresi degli italiani; passa alla ribalta delle cronache mondiali per il rapimento di 200 ragazze.
E' notte, il 14 aprile 2014, nella città di Chibok nel nord est del Paese. Ma il silenzio delle notti africane, nel dormitorio della scuola locale, viene interrotto dalle grida ''Allah u Akbar''. Dio è grande! Gridano i ribelli jihadisti. I precetti della fede islamica vengono calpestati dagli anfibi dei terroristi che schiacciano anche ogni pietà. A dogma viene eretta la sola eresia e a difenderla kalashnikov e fanatismo. La lunga notte nigeriana diviene l'incubo terreno per oltre 200 studentesse che rapite dai guerriglieri di Shekau ancor' oggi sono prigioniere dei miliziani affiliati all'Isis.
Ma il 2016, nel Paese più popoloso dell'Africa, ha avuto inizio con un discorso tenuto dal Presidente Muhammadu Buhari che ha dichiarato di essere disposto a negoziare con gli jihadisti per la liberazione delle ragazze.
Il capo di stato nigeriano in una conferenza stampa ha comunicato infatti che se il gruppo armato è capace di identificare una leadership credibile, il governo della Nigeria è pronto a negoziare con loro senza alcun pregiudizio. Il presidente ha aggiunto poi '' Non c'è nessuna certezza su dove si trovino le ragazze e in che stato siano, il futuro delle ragazze di Chibok dipende da noi''.
La decisione di trattare con gli insorti jihadisti potrebbe aprire degli spiragli di pace per il futuro nigeriano.
Un cambio di strategia, già suggerito in passato da alcune autorità religiose della Nigeria, potrebbe essere la chiave di svolta nel conflitto che sta insanguinando la Nigeria e che dal 2009 ad oggi ha provocato oltre 17mila morti.
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