In questi giorni, numerose manifestazioni anti-Hamas hanno iniziato ad avere luogo in tutta la Striscia di Gaza.
I media israeliani hanno subito evidenziato le dimensioni "imponenti" dei cortei di protesta organizzati ultimamente e, contestualmente, hanno sottolineato la portata "storica" di questi ultimi. Secondo gli organi di informazione, era dal 2007 che l'enclave palestinese non vedeva manifestazioni con un così alto tasso di partecipazione popolare. Ad organizzare le proteste è stato il neonato 14th March Movement, fondato dall’attivista Moumen al-Natour.
I cortei sono stati promossi dal movimento in questione al fine di reagire alle drammatiche condizioni economiche imposte finora ai civili dalla leadership di Hamas. I manifestanti accusano i governanti della Striscia di avere aumentato tasse e prezzi dei generi alimentari nonché di avere aggravato la disoccupazione, portandola a un tasso del 70%.
Al grido di "Noi vogliamo vivere", i partecipanti alle proteste stanno quindi esortando i vertici dell’organizzazione estremista a essere maggiormente sensibili verso i problemi quotidiani della gente. I dirigenti di Hamas, responsabili di avere varato misure di austerità ai danni degli abitanti di Gaza e di vivere "nel lusso sfrenato".
Per il momento, la formazione anti-sionista sta rispondendo con estrema durezza alle iniziative del 14th March Movement. Ad avviso della stampa israeliana, centinaia di partecipanti ai cortei, per lo più attivisti per i diritti umani e giornalisti indipendenti, sarebbero stati arrestati dalle forze di sicurezza. La polizia di Gaza, inoltre, avrebbe impiegato contro i manifestanti lanci di lacrimogeni e raffiche di proiettili. La reazione di Hamas ai moti popolari si è anche sviluppata sul piano propagandistico, accusando la formazione rivale Fatah e il governo Netanyahu di sobillare i civili.
Il pugno di ferro varato dai governati della Striscia è stato pubblicamente condannato da Nickolay Mladenov, inviato speciale Onu per il processo di pace in Medio Oriente. L’alto funzionario del Palazzo di Vetro ha infatti accusato la formazione politica palestinese di mettere in atto una "brutale repressione" del diritto dei singoli a manifestare e a criticare i rispettivi governanti.
Quanto allo Stato ebraico, i media locali hanno ripetutamente associato i cortei in questione alla fine dell’influenza di Hamas sulla popolazione di Gaza, mentre l’esecutivo Netanyahu, tramite il viceministro degli Esteri Tzipi Hotovely, ha commentato gli eventi in corso nell’enclave auspicando una rapida fine del "regime terroristico di Hamas".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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