Putin dichiara guerra alle valute: cosa accadrà

Il rifiuto delle valute dei paesi ostili rafforzerà il commercio con partner più affidabili, afferma il capo del Cremlino, che nel prossimo futuro vede una diminuzione delle esportazioni di energia dalla Russia verso l'Occidente

Putin dichiara guerra alle valute: cosa accadrà

Sulla questione valute il presidente della Federazione russa Vladimir Putin non cambia idea, e conferma la chiusura alle monete dei Paesi ostili. Si tratta, come riportato dall'agenzia di stampa russa Interfax, di una strategia volta anche a rafforzare il commercio con partner più affidabili, come Cina o India, che prevede ad esempio di aumentare di 2 miliardi di dollari le esportazioni verso la Russia.

In un suo recente intervento, Putin ha affermato che al momento non vi è possibilità di sostituire il gas russo in Europa. "Gli attacchi dei partner europei sul rifiuto delle forniture di risorse energetiche russe destabilizzano la situazione e fanno salire i prezzi", ha spiegato. "Semplicemente non c'è un sostituto ragionevole per l'Europa ora. Sì, è possibile che ci sia, ma ora manca", ha aggiunto. Mosca è consapevole della propria posizione, anche in campo economico. Esistono, ovviamente, fornitori di gas alternativi alla Russia, ma "costeranno ai consumatori molte volte di più e influenzeranno il tenore di vita delle persone e la competitività dell'economia europea".

Da qui l'ammissione di molti paesi adesso ostili a Mosca di non poter fare a meno del gas russo e di altre risorse energetiche. Spetta dunque all'occidente decidere il da farsi. Intanto il presidente Putin ha chiesto al governo di reindirizzare l'export di energia dai paesi occidentali e dall'Europa all'Asia e in generale verso il sud e l'est, come riportato dall'agenzia Tass, e di preparare le infrastrutture necessarie a tale scopo.

Questo perché, considerate anche le sanzioni alla Russia e le minacce di embargo, Vladimir Putin prevede una diminuzione delle esportazioni di energia dalla Russia verso l'Occidente. Necessario, dunque, un riorientamento verso altri mercati.

"È importante consolidare il trend degli ultimi anni: passo dopo passo, riorientare le nostre esportazioni verso i mercati in rapida crescita del Sud e dell'Est. Per fare questo, nel prossimo futuro è necessario identificare le principali infrastrutture e iniziare la loro costruzione", ha concluso il capo del Cremlino.

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