La proposta di Kiev: "Putin come Saddam. Così ricostruiamo l'Ucraina"

La viceministra di Kiev ha le idee chiare su come dovrà avvenire la ricostruzione in Ucraina e soprattutto con quali soldi: "Confiscare i beni ai russi di Putin"

La proposta di Kiev: "Putin come Saddam. Così ricostruiamo l'Ucraina"

Alla fine della guerra si dovrà pensare alla ricostruzione, e che ricostruzione: serviranno almeno 100 miliardi di dollari, cifra enorme stimata dalla viceministra della giustizia di Kiev, Iryna Mudra, la quale ha paragonato il presidente russo Putin a Saddam Hussein. "Due invasori che pagheranno i danni di tasca loro". Kiev ha intenzione di emulare il modello usato per l'attacco dell'Iraq al Kuwait nel 1991.

Qual è la proposta

La Mudra ha intenzione di creare "un meccanismo vincolante a livello internazionale" per aiutare l’Ucraina e ricompensarla di tutta la distruzione in questi primi quattro mesi di guerra: "affidare a una commissione l’esame delle richieste di risarcimento mentre i Paesi firmatari dell'accordo avranno l’autorità di confiscare i beni russi di proprietà statale e di trasferirli a un fondo per la ricostruzione”, ha dichiarato intervistata da Repubblica. Oltre alle sanzioni, quindi, i Paesi occidentali dovrebbero entrare in possesso della ricchezza di Mosca per ricostruire le macerie causate dai bombardamenti dei soldati di Putin. "La Russia deve essere ritenuta responsabile di tutte queste distruzioni di massa ed è per questo che tra le priorità c’è quella di avviare l’istituzione di una commissione per il risarcimento dei danni causati dagli invasori”, ha aggiunto.

Il modello da sviluppare

La viceministra si appella alla commissione per la compensazione delle Nazioni Unite, già interpellata quando il Kuwait, come detto, fu invaso dall’Iraq. L'idea quella di creare questa commissione "che avrà giurisdizione su diversi interventi a seconda della natura dei richiedenti e del tipo di danni", aggiunge la Mudra, oltre a "decidere giurisdizione sulle richieste di risarcimento da parte di individui ed entità non ucraine e di Stati che hanno subito danni a causa delle violazioni russe del diritto internazionale". I beni russi "congelati" a Putin e soci potrebbero essere trasferiti al fondo utile per la ricostruzione oltre a creare una legge ad hoc per confiscare altri beni. La maggiore difficoltà sarà togliere ricchezza agli oligarchi russi, "beni privati sui quali è più difficile intervenire per la confisca", ha aggiunto.

"Iniziare la ricostruzione"

Anche con il conflitto in corso, in Ucraina c'è una giusta premura e voglia di ricominciare a vivere. I meccanismi per ricostruire, come avvenuto in Kuwait, non sono semplici e non saranno immediati ma gli ucraini hanno intenzione di rimettere in piedi le loro case per poterci vivere, far rifunzionare le infrastrutture perché "l'economia deve ripartire. Ecco perché dobbiamo iniziare a fare questa ricostruzione, ovviamente per ora sul territorio che è sotto il controllo dell'Ucraina, lontano da quei luoghi dove le azioni militari sono in corso".

Infine, una tirata d'orecchie anche per il nostro Paese che possiede molti beni dei russi "ma finora non c’è stata alcuna confisca: ci aspettiamo che tutti i Paesi dell'Unione Europea abbiano un quadro di riferimento per la confisca. Ogni singolo Stato dovrebbe compiere passi per ottenere questa volontà politica comune, e confidiamo che questo avvenga anche da parte dell’Italia", conclude.

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