"Putin traffica con il Califfato". Le prove che la Turchia mente

Il vicedirettore dell’Istituto Nazionale russo per l’energia smentisce le illazioni di Ankara. Ecco le prove

"Putin traffica con il Califfato". Le prove che la Turchia mente

La guerra combattuta in Siria contro lo Stato islamico è anche una guerra economica. Dopo l'abbattimento del jet russo, Mosca ha accusato apertamente la Turchia di fare affari con l'Isis. Alle affermazioni russe ha replicato direttamente il presidente turco Erdogan: "Abbiamo in mano delle prove (che la Russia commercia petrolio con i terroristi), cominceremo a rivelarle al mondo". Il riferimento è a George Haswani, che sarebbe "titolare di un passaporto russo". Eppure qualcosa non torna, come ha spiegato a ilGiornale.it Alexander Frolov, vicedirettore dell’Istituto Nazionale russo per l’energia: "A mio avviso, giustificarsi in questa situazione significa assumere dal principio una posizione colpevole. Questo è stato dimostrato dallo stesso Erdogan e dai suoi commenti estremamente emotivi degli ultimi giorni. Se non sei colpevole, se il tuo Paese non compra il petrolio dallo Stato Islamico, perché irritarsi così? Il nostro Paese dopo le accuse alla Turchia ha mostrato le prove. Queste prove non parlano di una colpa personale di Erdogan e della sua famiglia, ma del commercio del petrolio del cosiddetto Stato Islamico attraverso il territorio della Turchia. A dire il vero, è strano che questo fatto sorprenda qualcuno. La stessa geografia della regione suggerisce attraverso quali Paesi può essere trasportato il petrolio".

Frolov poi nota come la Turchia debba fornire della prove, proprio come ha fatto la Russia, per dimostrare i commerci tra Mosca e Stato islamico: "Che Erdogan mostri le prove nei confronti della Russia, se ne è in possesso. Solo dopo, una volta analizzate le prove, si potrà dare una risposta alle sue accuse. A mio parere la Turchia non fornirà nessuna prova e la risposta di Erdogan può essere valutata come la semplice formula 'lo scemo sarà lui'. Tuttavia la stessa forma di porsi 'lo scemo sarà lui' è abbastanza divertente. Le compagnie russe prima della guerra erano impegnate nell’estrazione commerciale di petrolio ed effettuavano esplorazioni geologiche sul territorio della Siria. Oggi questi territori, dove estraevano il petrolio, sono in mano all’Isis. Di fatto Erdogan afferma che la Russia finanzia l’Isis comprando dai terroristi il proprio petrolio (e dei siriani)? Fantastico".

Infine, Frolov rileva che "le compagnie russe oggi estraggono il petrolio in Iraq sui territori controllati dal governo.

Sarebbe sconsiderato in una simile situazione finanziare i terroristi, i quali potrebbero in un qualsiasi momento toglierti i giacimenti petroliferi. Insomma, la versione di Erdogan è meravigliosa. Aspettiamo le prove".

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