A lanciare la crociata politicamente corretta contro il prosecco di Villa Sandi è il noto critico enogastromico inglese Jay Rayner, collaboratore dell'Observer, che a OpenDemocracy spiega: "Alcuni prosecchi lasciano in bocca un gusto più nauseante degli altri, ma nessuno più di Villa Sandi" ha dichiariato Rayner. "In un mondo politico complesso, oscuro e spesso miserabile, i consumatori hanno bisogno di informazione, e ora l'abbiamo. Se non ti piace il tuo prosecco fatto da un'azienda come Villa Sandi che sponsorizza coalizioni di razzisti, bigotti e ultra nazionalisti, determinati a sostenere una guerra contro i diritti delle donne e della comunità Lgbt+, non bere o promuovere i loro prodotti. È così semplice".
Peter Tatchell, noto attivista britannico per i diritti Lgbt, ha fatto eco all'appello di Rayner per il boicottaggio, affermando: "È scandaloso che Villa Sandi abbia sponsorizzato questo congresso omofobo e sessista, che è stato sostenuto da politici di estrema destra. Esorto i consumatori a mostrare la loro rabbia boicottando i prodotti dell'azienda". Sarah Wiener, europarlamentare appena eletta con i verdi austriaci, si è unita al coro, criticando "il sostegno finanziario antifemminista di alcune aziende che usano le donazioni per sostenere le richieste di estremisti di destra" e "atteggiamenti che minano i nostri valori democratici".
Critiche all'azienda trevigiana sono arrivate anche da attivisti pro-Lgbt italiani. Yuri Guaiana, attivista per i diritti Lgbt e già nel consiglio nazionale di Arcigay, ha aggiunto: "Le aziende possono spendere i soldi a loro piacimento, e i clienti possono fare lo stesso, soprattutto ora che conoscono i valori supportati da Villa Sandi e Brazzale spa", riferendosi ad un altro sponsor del Congresso delle famiglie di Verona. Gabriele Piazzoni, segretario generale del gruppo italiano Lgbti e attivista Arcigay, ha definito "inquietante" il sostegno delle aziende "a un evento che rappresenta un’idea medievale della società, contro i diritti delle donne e della stessa famiglia e, più in generale, contro ogni tipo di famiglia considerata non tradizionale", sottolineando che questo "è indicativo di come il progresso sociale raggiunto in questi anni non ci protegga da coloro che detengono una visione anacronistica e illiberale della società, e che possegono i mezzi economici per sostenere questo tipo di iniziative"
Insomma, ancora una volta l'unica lingua che la sinistra chic conosce è quella della censura e del boicottaggio, alla faccia del pluralismo e della democrazia. Contro il Congresso, i progressisti avevano persino stilato la lista nera degli alberghi di Verona convenzionati con il Wcf al fine di convincere le persone a boicottarli: "Se vuoi stare alla larga da personaggi omofobi, antifemministi, sessisti e oscurantisti e se non vuoi contribuire alle finanze di chi li ospita, boicottali", è il messaggio che compariva sulla pagina social a cui faceva seguito un elenco dettagliato delle strutture "da evitare".
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