L'Afghanistan vive il sesto giorno di nuovo regime con le immagini più dure del nuovo corso talebano. Nel Paese non passa giorno in cui non si sentano notizie di esecuzioni e vendette personali da parte del talebani. Le proteste che iniziano a vedersi in varie città sono costellate di fatti di sangue in cui il servizio d'ordine talebano spara ad altezza uomo al primo segnale di innalzamento della tensione. E si contano le prime vittime tra Jalalabad e Asadabad.
Dal nord arrivano notizie discordanti sulle forze di Massud. Qualcuno parla di resa, ma il figlio del leone del Panjshir smentisce confermando che la lotta è solo all'inizio. Si parla di tre distretti che, secondo alcune informazioni, sarebbero stati strappati ai talebani da parte di milizie locali. Ma è soprattutto il caos a regnare sovrano a Kabul e in altre province.
I civili continuano a tentare la fuga. Caos all'aeroporto
In queste ore, nella capitale, Kabul, continua il tentativo di fuga attraverso l'aeroporto. Centinaia di persone si sono ammassate lungo gli ingressi dello scalo nella speranza di trovare un volo. L'evacuazione dei cittadini dei Paesi che chiudono le ambasciate procede con momenti di forte tensione: lo testimoniano i video che in queste ore circolano in rete con i soldati britannici e statunitensi costretti a resistere a fatica alla calca. Oggi si parla di almeno tre morti nello scalo. L'ambasciata degli Stati Uniti ha avvisato attraverso il suo sito web di "potenziali minacce alla sicurezza fuori dai cancelli" e consiglia di evitare di recarsi
Proprio sulla difficile situazione dell'aeroporto è tornato a parlare il Pentagono. Il generale William D. "Hank" Taylor ha ammesso in conferenza stampa che la situazione è "difficile" e in costante evoluzione. Il generale ha detto che dall'ingresso dei talebani a Kabul "sono state ricollocate 17.000 persone" e che "sono continue le modifiche a livello di valutazioni sulla sicurezza". Il portavoce della Difesa degli Stati Uniti, John Kirby, ha invece confermato che c'è la possibilità che le forze Usa escano dal perimterto dell'aeroporto di Kabul per andare a recuperare chi ha diritto di essere evacuato.
Via anche la giornalista della Cnn
La fuga dall'Afghanistan coinvolge anche i giornalisti. Dopo la caccia al reporter di Deutsche Welle terminata con l'omicidio di un suo familiare, oggi ha abbandonato il Paese anche Clarissa Ward, la corrispondente della Cnn diventata nota al mondo per aver raccontato la caduta di Kabul e per la sua immagine avvolta nel velo nero per evitare problemi con le milizie talebane. L'ultimo servizio dall'aeroporto mostrava la giornalista confrontarsi con i miliziani che le chiedevano di coprirsi il volto e spegnere la telecamera, mentre minacciavano di colpire l'operatore della sua troupe.
La notizia della prima fatwa
Il cambio di regime si percepisce in modo netto anche da quello che sta succedendo nelle università. Secondo l'agenzia di stampa Khaama, i talebani avrebbero ordinato la loro "prima fatwa" con il divieto di classi miste nelle università dell'Afghanistan occidentale. Secondo le prime informazioni che trapelano dalla provincia di Herat, i talebani hanno avuto un incontro con professori e titolari delle università private del distretto e hanno ordinato che non vi fossero più classi miste. La protesta dei docenti e dei titolari delle scuole private non è servita a nulla. E dimostra anche l'importanza del controllo degli atenei da parte degli "studenti coranici", che non a caso a Kabul hanno scelto di prendere subito possesso dell'università appena fatto il loro ingresso nella capitale.
Il mullah Baradar a Kabul?
Nella capitale dell'Afghanistan è arrivato anche il leader sul campo dei talebani, il Mullah Abdul Ghani Baradar. È lui l'uomo che ha condotto le trattative con gli Stati Uniti fino all'accordo di Doha del 2020. Ed è lui che, secondo molti osservatori, sarà il primo leader dell'Emirato islamico. La notizia dell'arrivo di Baradar, che è giunta all'agenzia Pajhwok da una fonte anonima dei miliziani, potrebbe indicare l'inizio delle trattative a Kabul per il nuovo governo. Il mullah arriva da Kandahar, roccaforte talebana nel sud dell'Afghanistan, dove ha fatto ritorno il 17 agosto con un volo giunto direttamente dal Qatar.
Putin chiama Erdogan. Biden resta a Washington
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha discusso con l'omolgo turco, Recep Tayyip Erdogan, su quanto sta accadendo in Afghanistan. Il Cremlino ha riferito che il focus della telefonata tra i capi di Stato si è concentrato sulle sfide del prossimo futuro: in particolare lotta al traffico di droga e contrasto al terrorismo. Putin ed Erdogan, che da tempo condividono diversi dossier bellici dalla Siria al Caucaso fino alla Libia, hanno concordato sul potenziamento delle linee di coordinamento definendole uno strumento di stabilità anche per l'Afghanistan.
Da Washington il presidente Joe Biden
osserva quanto sta accadendo a Kabul e subisce il fuoco incrociato democratico e repubblicano. La Casa Bianca ha fatto sapere che Biden non andrà in Delaware, come previsto dall'agenda ufficiale, per rimanere nella capitale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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