«Ricchi e poveri entreranno dalla stessa porta»

«Ricchi e poveri entreranno dalla stessa porta»

Bill De Blasio alla «guerra delle porte». Per il neo sindaco liberal di New York gli usci delle case e gli ingressi dei palazzi sembrano essere diventati una maledizione. Durante la visita in Basilicata alla dimora della nonna materna, Anna Briganti, il sindaco di Grassano, Francesco Sanseverino, è riuscito nell'incredibile impresa di fargli trovare la porta chiusa; ma ora che è tornato nella sua città De Blasio è alle prese con una grana ben più grossa.

A sollevare il caso è stato il Boston Globe denunciando lo scandalo delle «porte dei poveri»: «Una nuova forma di apartheid». Una specie di «razzismo immobiliare» che nascerebbe dal fatto che alcuni dei nuovi palazzi residenziali della Grande Mela prevedono due ingressi distinti in base alla diversa «classe sociale» degli inquilini. In altre parole, per i grattacieli di nuova generazione i progettisti hanno studiato una front door per i ricchi e una back door per i poveri. Il primo portone dà sulla via principale, mentre il secondo si affaccia in un vicolo cieco: il tutto per evitare ai padroni di casa facoltosi l'«imbarazzo» di accedere agli appartamenti dallo stesso ingresso dei vicini meno abbienti. Non si tratta di una leggenda metropolitana, ma del progetto della Extell Development Company in costruzione nell'Uper West Side al numero 40m di Riverside che ha ottenuto dal board l'autorizzazione per la realizzazione del doppio portone: quello di serie A (con vista lusso) e quello di serie B (con vista spazzatura).

Una procedura - questa della poor door - in parte eredità della gestione Bloomberg e in parte adottata in tutta fretta mentre il sindaco De Blasio era ancora in viaggio in Italia e che il primo cittadino newyorkese ha subito impugnato al suo rientro nella City Hall: «Lavoreremo per impedire che ci sia un ingresso principali e un ingresso secondario. Chi abita nello stesso palazzo non può avere accessi diversificati in base al proprio conto in banca. La nostra parola chiave per il futuro sarà inclussione, che è l'esatto contrario della discriminazione...».

In questa frase, che Bill De Blasio ribadisce al Giornale , c'è tutta la propria idea di «racconto» della città che ha segnato sua elezione a mayor , staccando di ben 49 punti il rivale, il repubblicano Joe Lhota: «Quella di New York deve essere il “racconto“ di una città dove ricchi e poveri non si sentano più la metà sana e la metà marcia di una mela, ma parte integrante dello stesso frutto».

Se New York è nota nel mondo come la Big Apple , un motivo ci sarà pure. E De Blasio non vuole certo smentirlo.

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