Come già ampiamente annunciato, Rick Perry, segretario all’Energia nell’amministrazione Trump, ha deciso di abbandonare il suo incarico per le accuse riguardanti la vicenda Ucrainagate, nella quale è coinvolto. Dopo l'annuncio delle scorse settimane, oggi Perry ha ufficializzato su Twitter il suo addio: "Oggi mi dimetto dal dipartimento dell'Energia, è stato l'onore ed il privilegio massimo delle mia vita lavorare come segretario dell'amministrazione di Donald Trump", ha twittato l'oramai ex segretario all'Energia ed ex governatore del Texas, che verrà sostituito dall'attuale sottosegretario, Dan Brouilette.
I contatti di Rick Perry con Rudy Giuliani e lo scandalo Ucrainagate
In un’intervista rilasciata nel mese di ottobre al Wall Street Journal, Perry aveva confermato di aver avuto contatti con l’avvocato personale di Trump, l'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, al fine di rispondere alle preoccupazioni del Presidente Usa sulla presunta corruzione ucraina. Secondo le accuse dei democratici, Donald Trump e il suo staff avrebbero fatto pressioni nei confronti di Kiev e del presidente Volodymyr Zelensky durante una telefonata del 25 luglio scorso al fine di mettere sotto inchiesta l'ex vicepresidente Joe Biden e suo figlio Hunter in cambio dello stanziamento degli aiuti americani all'ex Paese sovietico nell'ambito della difesa. Secondo i repubblicani, che hanno difeso a denti stretti il Presidente durante le audizioni pubbliche sull'impeachment, tuttavia, non ci fu alcun "quid pro quo" e le richieste di The Donald erano perfettamente legittime.
Rick Perry ha annunciato le sue dimissioni nelle scorse settimane dopo che i democratici hanno avanzato dubbi sull'operato del repubblicano texano in merito alle presunte pressioni esercitate da uomini vicini a Trump ai danni del leader ucraino per indurre quest’ultimo a indagare su Joe Biden. I tentativi di condizionare Zelensky sarebbero stati condotti da un gruppo denominato "I Tre Amigos”, nei quali figurerebbe proprio Perry, insieme all'ambasciatore Usa alla Ue Gordon Sondland e l'inviato per l'Ucraina, Kurt Volker, anche lui dimissionario. Era stato lo stesso tycoon a rendere noto lo scorso 18 ottobre l'uscita di scena del segretario all'energia, in un comizio tenutosi proprio in Texas: “Rick è stato fenomenale e abbiamo già la persona adatta a sostituirlo. Rick Perry ha fatto un lavoro incredibile al dipartimento dell’Energia. Ma ora è tempo di cambiare. Tre anni insieme sono tanti e quindi lascerà l’incarico entro la fine dell’anno”.
Ma è Joe Biden a rischiare di più
In un successivo tweet, Donald Trump ha nuovamente ringraziato Perry per il contributo dato all’amministrazione federale e ha contestualmente indicato il nuovo responsabile del dicastero per le politiche energetiche: Dan Brouillette, già vice di Perry. Per quanto riguarda l'Ucrainagate, come spiegato da InsideOver, chi rischia di essere travolto a sua volta dallo scandalo è proprio l'ex vicepresidente Joe Biden, candidato alle primarie del partito democratico. L’allora vicepresidente di Obama fece la sua prima visita a Kiev nell’aprile 2014, proprio quando il governo post-Maidan stava lanciando la sua operazione militare contro i separatisti russi nel Donbass.
Rivolgendosi al parlamento di Kiev, Biden dichiarò che "la corruzione non potrà più avere spazio nella nuova Ucraina", sottolineando che gli Stati Uniti "sono la forza trainante dietro il Fmi" e stavano lavorando per assicurare a Kiev "un pacchetto multimiliardario per aiutare" il governo. Nello stesso periodo, Hunter Biden venne nominato nel consiglio di amministrazione di Burisma, a 50 mila dollari al mese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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