L'esercito russo di Putin, pian piano, batte in ritirata abbandonando le velleità di conquistare l'intera Ucraina. Come abbiamo scritto sul Giornale.it è nel Donbass che le forze di Kiev si aspettano un attacco dopo il ridispiegamento di ingenti forze di Mosca verso la parte orientale del Paese. Più tranquilla la situazione a Kiev, dove oramai secondo l'intelligence della Gran Bretagna i russi hanno ultimato il ritiro dalle aree a nord della capitale. E proprio sul contesto militare di Kiev nella notte sono arrivate importanti notizie dal Pentagono: il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, ha dichiarato come oramai, in base alle informazioni in suo possesso, è possibile dire ufficialmente che "Vladimir Putin ha definitivamente rinunciato a prendere Kiev".
"La Russia ha raggiunto il suo culmine"
"Il gigante russo arranca, potrebbe esser finito in trappola e rischia lo scacco", ha affermato senza mezzi termini al Messaggero Francesco Strazzari, ordinario di Relazioni internazionali alla Scuola Sant'Anna di Pisa, tra i più grandi esperti di conflitti e sicurezza, spiegando come i soldati russi siano in difficoltà anche a fare retromarcia per trasferirsi nel Donbass. "Per ogni carro armato di Mosca perso in combattimento, un altro è stato perduto per un guasto tecnico o abbandonato - spiega al quotidiano romano - la Russia ha raggiunto il culmine della sua forza d'urto: o passava a bombardamenti indiscriminati peggiori di quelli già visti, o per non rimanere impantanata doveva cercare un tipo diverso di profondità strategica. Ci sta provando".
Cosa può fare Putin
A questo punto gli scenari sono due: se non si avrà un'escalation verticale, se non cambieranno cioé le forze in campo e il conflitto si mantiene più o meno come quello di adesso, considerato dall'esperto ad "alta intensità ma convenzionale", la Russia non riuscirà ad avere la meglio, l'esercito ucraino potrà controllare il nemico e usufruire dei nuovi aiuti in arrivo da Europa e Stati Uniti. Discorso diverso se Putin dovesse utilizzare armi chimiche o batteriologiche, a quel punto lo scenario cambierebbe diventando imprevedibile. Alla fine della fiera, o la Russia dovrà cedere perché "non si capisce come possa vincere, o le si dà la possibilità di raggiungere un obiettivo, a sud e a est, e si va a una tregua di fatto che poi si consolida. Ma è una prospettiva di anni", spiega il professor Strazzari.
La reazione dello zar
Il vero timore, per Ucraina come per l'Occidente intero, è se Putin inizierà a pensare all'uso di armi non convenzionali (anche nucleari) per sparigliare le carte in tavola e dare una svolta alla guerra. Il pericolo è se "la sua ideologia tenderà a fargli vedere la Russia in pericolo esistenziale. E scatterà la retorica sull'uso di armi non convenzionali" con il pericolo "che la guerra debordi", afferma l'esperto in Relazioni internazionali.
A quel punto, il rischio che l'Occidente possa essere risucchiato in questo vortice "esiste", è concreto. "E chi può dire - conclude Strazzari - quanto sia determinato e quanto si senta in pericolo Putin?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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