Il parlamento britannico ha deciso di destinare ai familiari delle vittime del terrorismo nordirlandese il “tesoro di Gheddafi” custodito entro i confini del Regno Unito.
Tale iniziativa, promossa da un fronte partitico trasversale, è maturata in seguito alla pubblicazione di un dossier, da parte della commissione Finanze di Westminster, secondo cui il governo di Londra, negli ultimi tre anni, avrebbe ricavato dal patrimonio dell’ex Raìs libico, tra tasse, dividendi e interessi, oltre “17 milioni di sterline”.
Il “tesoro” in questione, consistente in denaro depositato su conti correnti aperti presso istituti di credito inglesi nonché in partecipazioni azionarie nel capitale di aziende del Regno Unito, era stato sequestrato alla famiglia Gheddafidalle autorità di Londra nel 2011, in concomitanza con l’inizio dell’operazione militare anglo-franco-americana contro l’allora leader di Tripoli.
A detta del dossier parlamentare, il valore complessivo dei beni riconducibili all’ex dittatore nordafricano presenti in Gran Bretagna supererebbe la soglia dei “12 miliardi di dollari”. Westminster ha quindi ultimamente deciso di destinare questa cifra così elevata ai familiari dei cittadini uccisi dal gruppo terroristico Ira tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta.
La scelta di impiegare il patrimonio dell’ex Raìs per mitigare le sofferenze di chi ha vissuto sulla propria pelle la brutalità della follia eversiva ha infatti costituito l’oggetto di una recente risoluzione della Camera dei comuni, approvata sia con il voto della maggioranza di governo sia con il contributo delle opposizioni. Il primo firmatario di tale atto parlamentare è stato il deputato Nigel Dodds, vice-segretario del partito nordirlandese Democratic Unionist Party (Dup).
Costui ha quindi commentato con queste parole, rilasciate ai cronisti del quotidiano The Daily Telegraph, la presa di posizione ufficiale dell’assemblea legislativa britannica in merito al “tesoro di Gheddafi”: “Il deposto dittatore libico ha contribuito a esasperare la violenza terroristica dell’Ira. Egli ha infatti fornito agli eversori ingenti quantità di esplosivo Semtex e di armi da guerra, mentre ammassava in continuazione miliardi di dollari su conti correnti aperti presso banche inglesi. Le famiglie delle vittime della ferocia indipendentista, che finora non hanno visto neanche un penny di indennizzi governativi, dovrebbero quindi essere risarcite utilizzando proprio il denaro di chi ha foraggiato i carnefici dei loro cari. Il nostro esecutivo ha un preciso obbligo morale di dare immediato conforto a dei cittadini che hanno sofferto così tanto”.
Il concetto contenuto nelle dichiarazioni di Dodds è stato subito ribadito da Simon Hoare, esponente tory nonché presidente della commissione per gli Affari nordirlandesi presso la Camera dei comuni:“Le autorità nazionali hanno il dovere ineludibile di finirla con l’incassare proventi dai beni di un dittatore e di iniziare a impiegare le risorse in questione per aiutare chi finora, pur avendo perso un proprio familiare per colpa dei terroristi, non ha visto neanche l’ombra di un soldo”.
Nessun commento sul contenuto della risoluzione approvata ultimamente da Westminster è stato rilasciato dal dimissionario esecutivo di Theresa
May, che adesso dovrà definire la procedura di corresponsione dei risarcimenti ai parenti delle vittime dell’Ira, stabilendo i requisiti che costoro dovranno possedere per presentare istanza di indennizzo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.