Scotland Yard vuole vederci più chiaro nello scandalo “cash for honours”, ovvero denaro in cambio di onorificenze, che lo scorso settembre ha travolto la fondazione del principe Carlo, costringendo alle dimissioni Michael Fawcett, il suo ex valletto. La polizia ha aperto un’inchiesta, ma l’erede al trono non risulterebbe coinvolto in quanto, specifica Clarence House, “non ha mai saputo nulla” della vendita di titoli.
“Cash for honours”
Il 51enne Michael Fawcett è l’ex valletto ed ex braccio destro del principe Carlo. La sua folgorante carriera a Buckingham Palace è iniziata nel 1981, quando l’uomo è entrato a servizio della regina Elisabetta come suo cameriere. Da quel momento è iniziata la scalata al potere che lo ha portato fino alla nomina di dirigente nella Prince’s Foundation, la fondazione del principe Carlo che si occupa di agricoltura ed edilizia sostenibili. Fawcett, però, si sarebbe macchiato di gravi colpe, mettendo a repentaglio anche l’attività e la reputazione della fondazione.
Secondo un’inchiesta del Mail On Sunday e del Sunday Times l’uomo avrebbe ottenuto un milione e mezzo di sterline dall’imprenditore saudita Mahfouz Marei Mubarak bin Mahfouz, promettendogli in cambio la cittadinanza britannica e l’onorificenza di Commander of the Most Excellent Order of the British Empire (CBE), effettivamente ricevuta durante una cerimonia a Buckingham Palace nel 2016. L'imprenditore ha negato ogni addebito.
Nello specifico, secondo la ricostruzione dei giornali, bin Mahfouz non doveva fare altro che finanziare con la cospicua donazione Dumfries House e il Castello di Mey, residenze comprese nel patrimonio della fondazione del principe Carlo. Tra l’altro Michael Fawcett non sarebbe neanche nuovo a questo tipo di scandali. Nel 2003 è stato accusato di vendita di regali destinati ai membri della royal family. Ora che il vaso di Pandora è stato aperto Scotland Yard vuole capire meglio come si sarebbero svolte le compravendite di onorificenze e se ci sono stati altri casi simili riconducibili a Fawcett.
L’ignaro Carlo al centro di un terremoto mediatico
Il principe Carlo non è sotto inchiesta, perché non avrebbe mai saputo né sospettato nulla di quanto sarebbe avvenuto nella sua fondazione. Scotland Yard ha spiegato in un messaggio ufficiale: “La polizia ha aperto un’indagine…in seguito a un accertamento su una lettera del settembre 2021. Si fa riferimento a un’inchiesta giornalistica relativa a offerte di aiuto che sarebbero state fatte in cambio della concessione della cittadinanza e di onori a un cittadino saudita”. Scotland Yard ha anche precisato: “Non ci sono stati arresti né interrogatori”. Per ora la Met Police’s Special Enquiry Team starebbe solo esaminando le circostanze, sebbene nell’ambito di una vera e propria indagine ufficiale.
Clarence House non ha aggiunto nulla di nuovo alla difesa del principe Carlo, ribadendo soltanto: “Il principe di Galles non ha alcuna conoscenza della presunta compravendita di onorificenze e della cittadinanza britannica in cambio di donazioni alle sue charity”. Anche la fondazione di Carlo sta collaborando attivamente alle indagini, riporta Scotland Yard, con una inchiesta indipendente e fornendo alla polizia tutte le informazioni di cui ha bisogno.
L’immagine dell’erede al trono, almeno per il momento, non è in pericolo, ma rimane la cattiva pubblicità per la Prince's Foundation. Certo la royal family si sarebbe volentieri evitata questa nuova tempesta mediatica che non fa affatto bene alla Corona, già colpita dai guai del principe Andrea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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