Un'altra ong ha recuperato illegalmente altri 65 immigrati clandestini al largo della Libia e si prepara a ingaggiare un nuovo braccio di ferro con le autorità italiane. Si tratta della Sea Eye, un'altra organizzazione non governativa tedesca, proprio come la Sea Watch. Questa mattina ha lanciato ai governi di Malta, Italia e Libia un appello per la presa in carico dei migranti. Ma l'operazione della "Alan Kurdi", questo il nome dell'imbarcazione messa in mare, non ha seguito il diritto internazionale. Tanto che il Viminale ha già predisto il divieto di ingresso in acque territoriali italiane e Matteo Salvini ha scritto al suo omologo tedesco Horst Seehofer per invitarlo a farsi carico del problema.
Lo schema è lo stesso usato dalla Sea Watch 3, capitanata da carola Rackete, per anticipare l'intervento della Guardia costiera libica e portare gli immigrati in Europa. Secondo quanto riferito dalla Sea Eye, il gommone "soccorso" questa mattina aveva un motore funzionante e sufficiente carburante, ma gli occupanti non avevano a disposizione telefoni satellitari o Gps. "Senza alcuna conoscenza nautica e senza telefoni, il loro destino era segnato", ha giustificato Gorden Isler della "Alan Kurdi", battezzata in ricordo del bambino siriano trovato morto nel 2015 su una spiaggia turca e la cui foto fece il giro del mondo. Si è così riaperto il teatrino sul "porto sicuro" verso cui far rotta. L'ong punta ad attraccare in Italia o, alla peggio, a Malta. Ma da Roma è già arrivato un secco "no". "La nave potrà fare rotta verso la Tunisia o verso la Germania", sbottano al ministero dell'Interno che, nelle ultime settimane, sono stati alle prese con l'assalto della Sea Watch al porto di Lampedusa. Anche in questo caso, la posizione del governo italiano coincide perfettamente con quella di Malta, "due Paesi che stanno subendo, ormai da anni, l'indifferenza e l'incapacità dell'Unione europea".
I porti italiani restano, dunque, chiusi. Il Viminale ha subito predisposto il divieto di ingresso in acque territoriali italiane, mentre Salvini ha scritto a Seehofer invitandolo apertamente ad assumere le necessarie iniziative "con urgenza" (leggi il documento). "Dall'evolversi della situazione - gli ha fatto notare - si tratta dell’oramai consueto modus operandi esercitato dalle imbarcazioni di ong nel Mediterraneo che, conducendo operazioni in aree marittime di competenza di altri Paesi, si dirigono successivamente per lo sbarco verso le coste italiane". Contro questa strategia il leader leghista ha iniziato a battersi da quando è arrivato al Viminale, senza però avere aulcun supporto da Bruxelles e dagli altri Stati membri dell'Unione europea. Come sempre, infatti, l'Italia è stata e continua ad essere lasciata sola nel risolvere l'emergenza dell'immigrazione clandestina. "Pur continuando a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati Membri dell'Unione - scrive il ministro dell'Interno - non intendiamo più essere l'unico hotspot d'Europa".
Già per i 53 immigrati portati a forza dalla Sea Watch in Italia, Berlino non aveva mosso un dito. Anzi proprio Seehofer si era messo di traverso quando alcuni sindaci tedeschi si erano offerti a fare la propria parte e accoglierli. Ora Salvini si aspetta che non faccia altrettanto con la "Alan Kurdi". "Assicurate alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo", scrive Salvini nella lettera sottolineando che il luogo non potrà essere l'Italia, "neppure ai fini di una prima accoglienza, in vista di una successiva, ipotetica operazione di redistribuzione" dei 65 clandestini a bordo della stessa nave "verso altri Stati". Come ricorda lo stesso vicepremier leghista, il quadro normativo in vigore prevede che lo Stato di bandiera sia responsabile delle operazioni in mare e dell'individuazione di un approdo per la nave.
"Qualsiasi eventuale deterioramento della situazione a bordo - fa quindi notare - non potrà non ricadere nell'esclusiva responsabilità dello Stato di bandiera e del Comandante e dell’equipaggio della Alan Kurdi". La Germania è avvisata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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