Con il calare della sera e l'arrivo della seconda notte di guerra in Ucraina, la gente ha iniziato a organizzarsi e chi non è riuscito a scappare dalle città ha trovato riparo nei bunker. Da Kiev a Charkiv, passando per Odessa e Dnipro, nelle scorse ore è stato un susseguirsi di immagini di gente assiepata nelle gallerie delle metropolitane oppure nei bunker costruiti in epoca sovietica.
Ci si arrangia come si può, mentre il ritorno del rumore degli allarmi anti aerei fa presagire la ripresa delle incursioni dal cielo. L'ultimo allarme segnalato, in ordine di tempo, proviene da Leopoli. La città “meno coinvolta” dalla guerra e dove alcune ambasciate e rappresentanze diplomatiche hanno trovato riparo è comunque anch'essa nel mirino dei jet russi.
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— Michael A. Horowitz (@michaelh992) February 25, 2022
La ripresa dei bombardamenti
Dopo una fase di relativa calma nella serata di ieri, alle ore 3:00 italiane nuovi bombardamenti sono stati lanciati verso le più delicate infrastrutture militari dell'Ucraina. Esplosioni sono state riportate da quasi tutte le regioni del Paese. Comprese quelle limitrofe alle repubbliche separatiste del Donbass.
La Russia ha come obiettivo quello di infliggere danni soprattutto alla contraerea ucraina. Ieri mattina i vertici della Difesa di Mosca avevano parlato di neutralizzazione dell'aviazione di Kiev. Circostanza vera soltanto in parte. Perché alcuni mezzi ucraini sono stati visti in volo anche nel primo pomeriggio di guerra, segno che il lavoro di eliminazione “chirurgica” delle infrastrutture militari più importanti del Paese non è ancora terminato. Da qui la nuova ondata di bombardamenti a tappetto.
Ciò che più sta spaventando i russi in questa fase è l'uso da parte ucraina dei droni, soprattutto i modelli Bayraktar turchi capaci di colpire non pochi mezzi corazzati di Mosca nelle prime ore delle battaglie terrestri. La contraerea di Kiev ha inoltre intercettato diversi missili grad sparati direttamente dalla Russia e avrebbe abbattuto, secondo diverse fonti militari, almeno sei aerei nemici. La nuova intensa fase di bombardamenti è stata confermata dallo stesso presidente ucraino Zelensky, il quale ha denunciato raid a poca distanza da zone abitate dai civili.
La complessa situazione a Kiev
Durante la notte gli occhi sono stati puntati sulla capitale ucraina. Nel pomeriggio di ieri la caduta in mano russa dell'area di Chernobyl ha fatto presagire anche una rapida avanzata russa verso Kiev. Il sito americano Bloomberg, citando fonti militari Usa, ha previsto una caduta della città nel giro di poche ore. Tuttavia l'azione di terra russa nell'area sembra essersi arrestata. C'è chi ipotizza la possibilità di una trattativa segreta per l'evacuazione del governo, circostanza però non riscontrata da ambo le parti.
L'esercito ucraino dal canto suo sta provando a tenere botta. Nel pomeriggio i vertici militari di Kiev hanno annunciato la riconquista dell'aeroporto di Hostomel, preso dai russi nelle ore precedenti. Si tratta di un'infrastruttura a 15 km dalla capitale adesso nuovamente in mano ucraina. Sui social sono apparse foto di ponti lungo le arterie a nord del centro di Kiev fatti saltare dagli stessi ucraini per rallentare l'avanzata russa. Durante la notte non ci sono stati ulteriori movimenti, la delicata battaglia per la capitale potrebbe riprendere in mattinata.
La situazione sugli altri fronti
Si combatte in Ucraina lungo almeno quattro direttrici. Oltre quella di Kiev, c'è la direttrice nord di Charkiv, seconda città del Paese posta a 40 km dal confine. I russi si troverebbero da ieri mattina nella sua periferia. Sempre ieri hanno conquistato la strategica cittadina di Sumy, crocevia nevralgico della regione. Qui sono attualmente in corso violente battaglie con gli ucraini che stanno provando una controffensiva.
A sud invece e in particolar modo dal corridoio della Crimea, i russi hanno avviato un'importante avanzata. Qui l'esercito ucraino è apparso più scoperto e i mezzi di Mosca sono arrivati sulle rive del Dnepr. Più complessa invece la situazione a Mariupol e Odessa. Infine c'è il fronte del Donbass, da dove però non sono arrivate significative novità.
Zelensky: “Noi lasciati soli”
Sul fronte politico è da registrare un intervento tenuto nella mezzanotte italiana dal presidente ucraino Zelensky. In particolare, il capo dello Stato ha tenuto un discorso diffuso dal suo canale Telegram in cui, tra le altre cose, ha puntato il dito contro gli alleati. “Sono stato lasciato solo a combattere contro la Russia – si legge nelle due dichiarazioni – Siamo tutti stati lasciati soli a difendere il nostro Stato”.
Un evidente riferimento ai Paesi occidentali e agli Usa in particolar modo. “Chi è pronto a combattere al nostro fianco? Io non vedo nessuno – ha aggiunto Zelensky – Chi è pronto a darci indicazioni sull'ingresso nella Nato? Tutti hanno paura”.
Nel suo discorso il presidente ucraino ha inoltre giudicato “deboli” le sanzioni previste dai Paesi occidentali. Secondo Zelensky poi, alcuni sabotatori russi sarebbero già presenti a Kiev.
“So che sono l'obiettivo n.1 mentre la mia famiglia è l'obiettivo n. 2 – ha dichiarato – ma io non me ne vado”. Il presidente ucraino ha poi fornito un primo bilancio delle vittime. Dall'inizio della guerra i soldati ucraini morti sarebbero 137.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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