Dagli Usa non è arrivato alcun sospiro di sollievo dopo l'apparente “scampato pericolo” del 9 maggio. Nel giorno della vittoria, Vladimir Putin non ha annunciato né alcuna escalation e né l'approvazione della legge marziale in Russia, così come preventivato da non poco analisti d'oltreoceano. Ma questo per Washington potrebbe non voler dire nulla. Anzi, non solo Mosca potrebbe prepararsi a una guerra lunga, ma potrebbe prendere in considerazione l'uso delle armi nucleari. Lo si legge nero su bianco nell'audizione svolta ieri presso il Senato Usa dai capi delle intelligence interne e militari, rispettivamente Avril Haines e Scott Berrier.
Quest'ultimo ha parlato dell'uso dell'arma atomica da parte di Mosca come una possibilità piuttosto remota, ma non per questo da escludere. In particolare, se il Cremlino dovesse percepire le evoluzioni sul campo in Ucraina come una "minaccia esistenziale", allora potrebbe come extrema ratio partire l'ordine di una rappresaglia con ordigni nucleari. Un'eventualità che spaventa non solo l'occidente ma il mondo intero.
"Russia si prepara a guerra lunga"
Così come dichiarato nel corso della lunga audizione fornita al Senato dalla direttrice dei servizi Usa, Avirl Haines, la Russia “si sta preparando per una guerra di logoramento”. “Vladimir Putin – ha dichiarato Haines davanti ai membri della commissione Difesa del Senato statunitense – non si fermerà al Donbass ma porterà la guerra fino in Transnistria, la regione separatista della Moldova dove sono già stanziate truppe russe, per creare un corridoio di terra che la colleghi al sud-est dell'Ucraina”.
Nessun dietrofront dunque e nessuna “de escalation” all'orizzonte. Le stesse sanzioni approvate dall'occidente e l'isolamento dai principali mercati scaturito dalle manovre economiche europee e statunitensi, non avrebbero scalfito i piani del Cremlino.
“La nostra valutazione – ha aggiunto Haines – è che Putin si sta preparando per un lungo conflitto e che intende andare oltre il Donbass”. In poche parole, fallito il tentativo di una guerra lampo e nonostante le pesanti ripercussioni economiche derivanti dal conflitto, Mosca non avrebbe rinunciato ad alcun obiettivo. Più semplicemente, la Russia sta pianificando la possibilità di una guerra lunga e logorante, ma che evidentemente si sente pronta ad affrontare.
“L'operazione richiederà tempo e risorse ed è per questo che il presidente russo potrebbe presto ricorrere alla legge marziale”, ha spiegato ai membri del Senato Haines. “Putin deve affrontare una discrepanza tra le sue ambizioni e le attuali capacità militari delle sue forze – ha riferito la direttrice dei servizi interni – questa dicotomia potrebbe portare ad una fase diversa della guerra in Ucraina, meno prevedibile e più basata su decisioni ad hoc, prese sul momento. Così come aumenta la probabilità che Putin possa assumere misure più drastiche, tra cui l'imposizione della legge marziale, il riorientamento della produzione industriale o azioni che potrebbero portare ad un'escalation militare”.
In poche parole, la Russia potrebbe virare verso un'economia di guerra e una mobilitazione generale. La legge marziale in tanti si aspettavano fosse proclamata il 9 maggio durante la parata della vittoria. Così non è stato. Ma questo non vuol dire che il Cremlino non stia pensando alla sua introduzione.
“Putin ritiene che la Russia abbia una maggiore resistenza di fronte alle sfide dei suoi avversari – ha concluso Hanies – e che la determinazione di Stati Uniti e Ue possa indebolirsi se peggiorano crisi alimentare, inflazione e impennata dei costi dell'energia”.
"Armi nucleari solo se la Russia avverte minacce esistenziali"
Sul fronte prettamente militare, a intervenire al Capitoll Hill è stato anche il capo dei servizi segreti militari Scott Berrier. “Al momento la guerra è in una fase di stallo – ha spiegato – Non stanno vincendo né i russi né le forze di Kiev. Lo stallo potrebbe durare a lungo, non ci sono segnali di una svolta a breve”.
Per quanto riguarda il rischia di un'escalation nucleare, i servizi segreti Usa appaiono molto cauti.
“Il leader russo continua ad usare la retorica della minaccia nucleare per spaventare l'Occidente – ha chiarito Scott Berrier – Tuttavia, per i servizi Usa è poco probabile che possa ricorrere alle armi nucleari, a meno che la Russia non si trovi di fronte ad una minaccia esistenziale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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