Non ce lo aspettavamo. Quando siamo partiti con Gli Occhi della Guerra nel dicembre 2013 lanciando i primi due reportage (Libia e Afghanistan) non potevamo certo immaginare quello che, grazie all'incredibile sostegno di voi lettori, saremmo riusciti a fare.
Siamo stati in 14 Paesi del mondo in tre continenti diversi dove abbiamo raccontato i conflitti e le tragedie di chi vi abita.
Abbiamo ricevuto una nomination al concorso internazionale Global Awards for Excellence in Journalism per il giornalismo innovativo. Premio vinto poi da Al Jazeera, The Hindu, USA Today e Global Post.
Abbiamo pubblicato il libro inchiesta “Isis segreto” sull'orrore dell'Isis, il primo di una collana firmata Gli Occhi della Guerra.
Siamo andati in diverse Università italiane, siamo stati come relatori a conferenze e workshop dove abbiamo parlato dell'importanza di fare un'informazione di qualità, in presa diretta, finanziata da un editore unico: tu, lettore.
Abbiamo allestito due mostre fotografiche – a Sondrio e in Brianza- per fare conoscere attraverso le immagini la realtà di guerre troppo spesso dimenticate.
Abbiamo fatto tutto questo grazie a te che continui a sostenerci, a darci fiducia, a dimostrarci l'amore che hai per la Verità. Parola difficile questa, soprattutto nel giornalismo, ma è solo raccontando in presa diretta, senza mediazioni, quello che succede nel mondo che si può guadagnare e donare “un pezzetto di lealtà” come dice Toni Capuozzo.
Dopo un anno e mezzo dall'inizio di questa incredibile avventura che ha coinvolto molti reporter (Gian Micalessin, Fausto Biloslavo, Barbara Schiavulli, Daniele Bellocchio, Marco Maisano, Roberto Di Matteo, Giacomo Betti) ci emozioniamo ancora quando raccontiamo di come ci seguite, ci sostenete, ci aiutate a diffondere questo “pezzetto di lealtà”, appunto.
Continuate a farlo, continuate a sostenerci ma soprattutto continuate a farci conoscere, a far sapere che è possibile oggi fare buona informazione, raccontare senza filtri né censure quello che succede a pochi passi da casa nostra. Sì perché, come hanno dimostrato i recenti terribili fatti da Charlie Hebdo a Parigi all'attentato in Tunisia, la realtà di Paesi che sembrano così distanti da noi – per esempio Siria e Iraq dove l'Isis ha oramai conquistato molta parte del territorio uccidendo e perseguitando i cristiani- ha ripercussioni, e non poche, anche sulle nostre esistenze.
Possiamo continuare a chiudere gli occhi per quanto vogliamo ma a un certo punto la realtà arriva, inaspettata come una bomba, terribile come un boato, efferata come un crimine. Per questo, ancora una volta, grazie per aiutarci a non chiudere gli occhi.
Grazie per essere i “nostri occhi della guerra”.
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