Silicon Valley, pubblica manifesto anti-divesità: Google licenzia l'ingegnere

Google ha licenziato l'ingegnere autore di un controverso "manifesto" in cui criticava le politiche dell'azienda in favore della parità di genere e delle minoranze

Silicon Valley, pubblica manifesto anti-divesità: Google licenzia l'ingegnere

È stato licenziato l'ingegnere di Google che aveva criticato le politiche di inclusione dell'azienda sostenendo che le donne siano biologicamente meno portate degli uomini nel campo della tecnologia e alla leadership.

James Damore era senior software engineer, ovvero un ingegnere della divisione software con una certa anzianità di servizio, presso la società della Silicon Valley, quando ha pubblicato (anonimamente) nella rete interna dell'azienda un manifesto ideologico di 10 pagine in cui criticava le politiche adottate dal gruppo di Mountain View per favorire una maggiore diversità di sesso e razze tra i suoi dipendenti, soprattutto ai vertici.

Il teme della cultura maschilista e delle discriminazioni sessiste negli ambienti di lavoro della Silicon Valley non è nuovo: da anni si parla della bassa percentuale di donne che riesce a ottenere incarichi dirigenziali o finanziamenti per la propria startup e della differenza salariale tra uomini e donne a parità di qualifiche e mansioni. Nell'ultimo periodo, diverse aziende hanno deciso di aggiornare le proprie policy per cercare di arginare e correggere il fenomeno.

Google, dove le donne coprono solo il 20% delle posizioni manageriali e costituiscono poco più del 30% della forza lavoro totale, è una di queste. L’azienda è attualmente sotto indagine da parte del Dipartimento del Lavoro statunitense per le diseguaglianze negli stipendi tra uomini e donne. Ma le misure addottate non hanno trovato tutti d'accordo all'interno della società, a riprova di quanto la cultura sessista sul luogo di lavoro sia difficile da eradicare.

Il "manifesto anti-diversità"

A dar voce alla corrente di scontento ci ha pensato Damore, il quale sostiene le donne presentino alcune differenze genetiche rispetto agli uomini che le rendono meno adatte a ricoprire ruoli di leadership e meno portate nel settore della tecnologia. È per questo motivo, teorizza l’ingegnere, e non per discriminazioni o arretratezze culturali, che le donne nei posti di potere della Silicon Valley sono poche.

Ma l'autore non si ferma qui: nel documento incriminato vorrebbe anche dimostrare quali sono queste presunte differenze biologiche che rendono le donne meno adatte degli uomini a occupare posizioni importanti nelle aziende di tecnologia. L'uomo, elucubra l'ingegnere, è più attratto dalle cose materiali e pratiche, è più competitivo e concentrato sullo status professionale, la donna invece è più attratta dalle cose immateriali e artistiche, più portata per i rapporti umani, le scelte collaborative e un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro. Queste differenze di "attitudine", è convinto Damore, spiegherebbero non solo la disparità di rappresentazione a Google, ma anche, non si sa bene come, quella salariale.

Le tesi opposte dall'illuminato autore, ovviamente sono state più volte smentite dagli studi recenti che si sono occupati di diseguaglianze di genere, che invece sostengono che le differenze di paga e opportunità tra uomini e donne dipendano da fattori culturali, e non biologici. Eppure lo scritto dell'ingegnere ha trovato diversi sostenitori tra i colleghi che hanno espresso la loro solidarietà. "Ho ricevuto molti messaggi personali da colleghi a Google che mi hanno ringraziato per aver portato all’attenzione questi temi molto importanti, sui quali sono d’accordo ma che non avrebbero mai il coraggio di difendere per via delle critiche che avrebbero ricevuto e della possibilità di essere licenziati. Questo deve cambiare", ha scritto l'autore e non è difficile da credere.

Il licenziamento

Ma il documento ha suscitato anche reazioni indignate e aspre critiche sia da parte di donne che di uomini infuriati. Pubblicato integralmente sul web ha suscitato una tempesta di polemiche che soprattutto dai social ha investito Google. Immediata la rezione di Mountain View che ha fin da subito condannato lo scritto e ha diffuso un comunicato per dissociarsene.

Alla fine l'anonimo ingegnere, di cui inizialmente si sapeva solo la posizione che ricopriva (ingegnere senior) e che era un uomo bianco, è stato identificato come James Damore e licenziato. Il documento era stato pubblicato sulla piattaforma interna "Blind" che consente di discutere in modo anonimo dopo essersi, però, registrati.

Licenziato "per aver perpetuato stereotipi di genere" è stata la motivazione.

"Quel documento parte da assunti scorretti sul gender, sono tesi che Google condanna - ha spiegato Danielle Brown, la vicepresidente di Google per la diversity, l’integrità e la governance - Da noi c’è libertà di parola, ma nel rispetto dei principi di eguaglianza delle opportunità fissati dal nostro Codice di condotta e dalle leggi antidiscriminazione".

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