La guerra in Siria continua a fare vittime. Anche tra i civili. E così nell'ultimo rapporto diffuso dal Pentagono sarebbero 332 i "morti collaterali" contro i circa 150 morti da agosto 2014, ovvero dall'inizio dell'operazione Inherent Resolve contro lo Stato Islamico. I dati diffusi dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti hanno messo in allarme alcune Ong come ad esempio AirWars, un osservatorio sulle operazioni militar in Siria e in Iraq. L'Ong punta il dito contro Washington affermando che l'esercito Usa avrebbe abbassato gli standard di sicurezza per difendere i civili. Accuse prontamente respinte dagli Stati Uniti che spiega l'aumento dei morti civili per l'incremento delle operazioni in settori densamente abitati e quindi più esposti a questi rischi. Per la Difesa Usa i morti civili sarebbero 484 in tre anni, mentre per l'Ong sarebbero 3817. "Con il terzo mese consecutivo di attacchi aerei sotto la presidenza Trump, stiamo ora vedendo l'emergere di tendenze chiare - ha affermato Chris Woods direttore dell'osservatorio - intorno a Raqqa in particolare, dove la maggior parte degli attacchi aerei sono degli Stati Uniti, si osservano le perdite maggiori di civili.
Numeri che fino a sei mesi fa non ci saremmo mai immaginati. Questo è la prova più chiara che le protezioni per i civili sul campo di battaglia sembrano essere state ridimensionate, con l'inevitabile conseguenza di un aumento nel numero di morti e feriti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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