In Siria la situazione sul campo è drammatica. Ad Aleppo le forze governative hanno intensificato l'attacco via terra alla zona della città in mano ai ribelli, in una battaglia che potrebbe diventare un decisivo punto di svolta nella guerra civile in corso.
Ma la situazione è altrettanto difficile sul piano diplomatico, con la Russia e Assad da un lato, e l'Occidente dall'altro. Per cercare di rilanciare gli sforzi per la pace gli Stati Uniti minacciano di congelare il coordinamento delle operazioni militari con i russi, almeno fino a quando i jet di Damasco e quelli di Mosca non fermeranno i loro raid su Aleppo. A dare l'annuncio è stato il segretario di Stato John Kerry. Nell'esprimere grave preoccupazione per il bombardamento degli ospedali e di altre infrastrutture civili nella città assediata, il portavoce di Kerry, John Kirby, ha detto che il segretario di Stato ha informato Lavrov dell'intenzione degli Stati Uniti di "sospendere la collaborazione bilaterale Usa-Russia" sulla Siria, tra cui la proposta partnership antiterrorismo, "a meno che Mosca non prenda misure immediate per mettere fine all'assedio di Aleppo" e non sia ripristinato il cessate il fuoco.
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, ha fatto sapere che sta lavorando per presentare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite una risoluzione con cui imporre un cessate il fuoco ad Aleppo, in modo che "coloro che non la voteranno rischieranno di essere ritenuti responsabili di complicità in crimini di guerra". Poi ha accusato la Siria di compiere una "guerra globale" contro la popolazione.
La Russia respinge le accuse ricevute e avverte la comunità internazionale: le dichiarazioni sulla possibilità di imporre a Mosca nuove sanzioni per la situazione in Siria "causano una profonda incomprensione - ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov - specialmente tra coloro che conoscono il vero stato delle cose, la situazione reale circa la realizzazione degli impegni indicati negli accordi russo-statunitensi". Peskov ha rilasciato questa dichiarazione dopo che l’omologo americano, Josh Earnest, aveva ipotizzato ulteriori possibili nuove sanzioni, sottolineando comunque che Washington non è intenzionata ad agire in modo unilaterale ma in coordinamento con i suoi alleati.Il Cremlino ha poi denunciato che "l’ossessione per la politica sanzionatoria non ha portato a nessuno nulla di buono".
Intanto il segretario generale delle
Nazioni unite, Ban Ki-moon, torna a ricordare che coloro che usano "armi sempre più distruttive" in Siria commettono crimini di guerra. E ribadisce che la situazione ad Aleppo è peggiore che in un macello.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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