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Sos dall'inferno Mariupol: "Sono le nostre ultime ore di vita..."

L'assedio russo prosegue mentre la situazione diventa sempre più drammatica ogni ora che passa. Mariupol è sul punto di cadere

Sos dall'inferno Mariupol: "Sono le nostre ultime ore di vita..."

"Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita". Dall’acciaieria Azovstal di Mariupol arrivano gli ultimi, disperati appelli della resistenza ucraina. La città è in ginocchio da giorni, sembra sempre sul punto di cadere, ma le forze di Kiev - le poche rimaste - non hanno alcuna intenzione di lasciare via libera all'esercito russo.

Ultimatum ignorato

E pensare che nelle ultime ore il Cremlino aveva lanciato un nuovo ultimatum per la resa dei combattenti ucraini asserragliati nell’impianto siderurgico di Mariupol. La Russia aveva offerto "ancora una volta" all'Ucraina la possibilità di "smettere di combattere e deporre le armi" dalle 14 di oggi, ora di Mosca (le 13 in Italia). Eppure, scoccate le 14 in punto, non è successo un bel niente. La Bbc ha anzi sottolineato che non c’è stato alcun segnale di resa da parte della resistenza ucraina.

La battaglia, dunque, prosegue mentre la situazione diventa sempre più drammatica ogni ora che passa. Serhiy Volyna, comandante della 36esima brigata di Marina ucraina, ha chiesto aiuto attraverso un messaggio video diffuso su Facebook. "Facciamo appello a tutti i leader mondiali affinché ci aiutino", ha dichiarato Volyna.

Lo stesso Volyna ha parlato di vantaggio russo dall'artiglieria alle forze di terra, passando per mezzi ed equipaggiamenti mentre gli ucraini difendono solo il sito di Azovstal. Il comandante ha quindi chiesto una "procedura di esfiltrazione" per consentire di portare in salvo i soldati, più di 500 combattenti feriti e centinaia di civili. "Questo è il nostro appello al mondo – ha aggiunto - Potrebbe essere l'ultimo appello. Probabilmente stiamo affrontando i nostri ultimi giorni, se non ore".

Fuga dall’inferno

Nel frattempo il sindaco di Mariupol, Vadim Boychenko, ha annunciato sui social l'apertura di corridoi umanitari verso Zaporizhzhia per lasciare la città assediata, a partire dalle 14 (le 13 in Italia). A quanto riferisce la Bbc, Boychenko ha spiegato che i residenti potranno salire a bordo di autobus in via Taganrogskaya, che faranno poi sosta anche vicino all'acciaieria Azovstal e nel boulevard Shevchenko. La vice premier Iryna Vereshchuk aveva anticipato che l'evacuazione avrebbe riguardato donne, anziani e bambini.

Intanto Oleksandr Motuzyanyk, portavoce del ministero della Difesa ucraino, in un'intervista con RBC-Ucraina ha sostenuto che i russi, in quel di Mariupol, potrebbero aver fatto uso di bombe al fosforo o di altre armi chimiche. "Non è possibile determinare esattamente di cosa si trattasse - ha aggiunto - Occorre indagare sulle aree colpite dai bombardamenti. Sono in corso alcune ispezioni. Una versione è che potrebbe trattarsi di munizioni al fosfato. Non escludiamo la possibilità che l'aggressore possa aver usato armi chimiche".

Fatto sta che l’esercito russo starebbe trasformando la città di Mariupol in un vero e proprio ghetto, costringendo i residenti a spostarsi solo se indossano al braccio dei nastri bianchi. La denuncia di questo particolare è arrivata dal consigliere del sindaco della città ucraina Petro Andryushchenko su Telegram.

"Gli occupanti sono passati da offerte morbide di far indossare nastri bianchi ai civili, alle minacce dirette di aprire il fuoco su chiunque si trovi per strada senza tali segni", ha scritto Andryushchenko. I russi stanno gradualmente trasformando la città in un vero ghetto per gli ucraini, usando i civili come esca, ha aggiunto. Verità o propaganda? Di certo Mariupol è in ginocchio e ad un passo dalla resa definitiva.

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