La Spagna prosegue con la linea dura sul tema immigrazione ed accoglienza. Dopo i vari respingimenti e la proposta del Partido Popular di accelerare le pratiche di rimpatrio nei confronti dei minori non accompagnati (iniziativa volta a tutelare i giovani, ma anche a contrastare eventuali tentativi di richiesta di ricongiungimento familiare), arriva il piano espulsioni per il 2019.
Il governo spagnolo prevede infatti di dover provvedere al rimpatrio di ben 9.000 cittadini stranieri irregolari (alcuni già destinatari di decreto d’espulsione, altri veri e propri clandestini). Il dato compare nel piano relativo al ministero degli Interni, inserito nella legge di bilancio, già firmato l’11 gennaio. La cifra anticipata supera di gran lunga il numero di espulsioni del 2018: da 5.100 extracomunitari allontanati dai confini iberici, si passerebbe a 3.900 rimpatri in più.
Resta ivariata, invece, la situazione relativa ai permessi di soggiorno. Come lo scorso anno, ne verranno concessi 2.500, anche se le richieste d’asilo inoltrate sono in costante aumento (se ne prevedono addirittuta 32.000 mila).
Il ministero degli Interni fa comunque sapere che i controlli sugli stranieri saranno serrati. Verranno verificate identità e tempo di permanenza dei migranti, e chi ne avrà diritto sarà regolarizzato.
Saranno inoltre potenziati i Cie (Centri identificazione ed espulsione) già presenti sul territorio, mentre altri ne verranno costruiti. Stando a quanto riferisce “AnsaMed” per il governo spagnolo sarebbe addirittura definita prioritaria la costruzione di Cie a Malaga, Algesiras e Madrid, località dove prevalentemente arrivano clandestini. Ammonta a ben 850 milioni di euro la spesa che dovrà essere investita nei prossimi 7 anni per la sicurezza della Spagna.
E se da una parte il ministro degli Interni Fernando Grande-Marlaska ha annunciato che verranno eliminate le periolose lame disposte sulle barriere di frontiera a Melilla ed Ceuta, almeno nei punti presi più d’assalto (due extracomunitari persero la vita nel 2009 e nel 2011 nel tentativo di scavalcarle), dall’altra ha voluto precisare che la sicurezza dei confini sarà comunque garantita.
Come? Con un “nuovo sistema di telecamere a circuito chiuso lungo l'intero perimetro frontaliero”, previsto per la frontiera a Sud, e con “con l'installazione di fibra ottica e un sistema di riconoscimento facciale nei valichi frontalieri”.Un cambio di rotta non da nulla, dunque, quello mostrato dalla Spagna.
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