Potrebbe essere la trama di un film. Una spia russa avrebbe lavorato presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Mosca per oltre un decennio prima di essere allontanata l’anno scorso. Secondo fonti citate dal Guardian e dalla Cnn la donna, di nazionalità russa, sarebbe stata assunta dai servizi segreti. Dopo una normale operazione di sicurezza, condotta dal Dipartimento di Stato, su di lei sono caduti i sospetti.
Dopo un'indagine si è scoperto che la donna avrebbe avuto incontri regolari con la principale agenzia di intelligence russa, l’Fsb (l'ex Kgb), fornendo "più informazioni di quanto avrebbe dovuto", ha detto un funzionario alla Cnn.
La donna avrebbe avuto accesso all’intranet e ai sistemi di posta elettronica del Servizio segreto, avendo così accesso a dati potenzialmente sensibili, incluse le agende del presidente e del vicepresidente degli Stati Uniti. Ma "non ha avuto accesso a informazioni altamente classificate", ha detto la fonte alla Cnn. A quel punto è stata licenziata, ma senza troppo clamore. L'allontanamento è avvenuto poco prima della rimozione di centinaia di dipendenti dell’ambasciata, su richiesta del Cremlino, dopo che Washington aveva imposto più sanzioni a Mosca. "I servizi hanno cercato di nascondere la violazione", ha riferito una fonte al giornale britannico. "Senza peraltro appurare se la donna avesse reclutato altri dipendenti per ottenere maggiori informazioni".
Il Secret service ha cercato di minimizzare la vicenda e, in una nota, si è limitato a dire: "Riconosciamo che tutto il personale locale che lavora per le nostre missioni, nel settore amministrativo e non solo, possa essere soggetto all'influenza dell'intelligence straniera. Questo è il caso in particolare della Russia. Per questo, tutti i dipendenti locali sono gestiti in modo da assicurare che gli interessi del Secret service e del governo americano siano protetti in ogni momento. Di conseguenza, le responsabilità sono limitate alla traduzione, all'interpretariato, ai rapporti di collegamento ed al sostegno amministrativo".
No comment dal dipartimento di Stato
su "questioni collegate all'intelligence o a personale", pur "nella consapevolezza che, in virtù del loro impiego con il governo americano, i dipendentipossano essere obiettivo dei servizi di intelligence stranieri".
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