Srebrenica, per l'Aja l'Olanda è solo "parzialmente responsabile"

La Corte suprema dell'Aja ha ridimensionato una sentenza del 2017 che attribuva allo stato il 35% delle responsabilità nell'uccisione di 350 musulmani di Srebrenica. Anche se i "Dutchbat" erano al corrente dei rischi fatti correre ai rifugiati, nella sentenza si legge che le possibilità di sfuggire ai serbi "erano poche"

Il Memoriale di Potocari commemora il Genocidio di Srebrenica
Il Memoriale di Potocari commemora il Genocidio di Srebrenica

Una responsabilità "molto limitata". A 24 anni dal massacro di Srebrenica, la Corte suprema dell'Aja ha stabilito che l'Olanda ha una colpevolezza ridotta per la morte di centinaia di musulmani nell'eccidio della città bosniaca. Con questa decisione, i giudici hanno ridimensionato la sentenza sul risarcimento che i Paesi Bassi sono tenuti a pagare alle famiglie di 350 uomini di fede islamica, uccisi dopo che i peacekeeper olandesi delle Nazioni Unite sono stati attaccati dalle forze serbo-bosniache, dall'11 luglio del 1995, nel più efferato massacro compiuto in Europa dopo la Seconda guerra mondiale.

La decisione della Corte

"Lo Stato olandese ha una responsabilità molto limitata nel caso 'Madri di Srebrenica'. Tale responsabilità è limitata al 10% dei danni subiti dai parenti delle vittime", ha affermato la corte. Nel 2017, il tribunale di prima istanza aveva dichiarato che le azioni dell'Olanda avevano significato, per i cittadini di fede islamica, una possibilità del 30% inferiore di evitare le esecuzioni e che, quindi, i Paesi Bassi erano responsabili per il 30% dei danni. Venticinque anni dopo i fatti, la massima corte olandese ha,di fatto, tolto parte della reponsabilità allo Stato, valutando che questa sia dimostrabile soltanto in lieve misura. Per i giudici, infatti, lo Stato ha commesso un errore a proposito dei 350 musulmani consegnati ai serbi ma comunque, il fatto di rimanere sotto la loro "custodia" non gli avrebbe necessariamente salvato la vita e che "le loro possibilità di sfuggire ai serbi, se avessero avuto la possibilità di restare, erano piccole". I caschi blu, che erano di stanza nell'enclave orientale della Bosnia proclamata "zona protetta dell'Onu", hanno sempre sostenuto che rispetto al numero dei serbo-bosniaci il personale era inferiore. E quindi non sufficiente a difendere la comunità.

I fatti del '95

Le compagnie dei caschi blu olandesi, conosciute come "Dutchbat", erano trincerate nella loro base, dove accolsero migliaia di profughi e poi li costrinsero a lasciarla, permettendo ai serbi di Bosnia di evacuarli e di eliminare i maschi. Uomini e ragazzi, infatti, vennero separate delle parenti e fatti salire su dei pullman. Nel massacro persero la vita 8mila uomini, di cui ancora di molti non si trovano i resti (dispersi nelle aree boschive attorno a Srebrenica).

Srebrenica e l'Olanda

Per Amsterdam, gli episodi di Srebrenica restano un fatto molto doloro e difficile da dimenticare. Nel 2002 l'intero governo si dimise dopo che emersero nuove informazioni sul ruolo dello stato nella guerra balcanica. Negli anni, diverse persone coinvolte nella guerra di Bosnia sono state condannate anche per il loro ruolo nell'eccidio di Srebrenica.

Tra questi, l'ex capo politico dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, condannato in appello all'ergastolo, e Ratko Mladic, il generale 76enne soprannominato il "macellaio dei Balcani", che ha presentato ricorso dopo essere stato condannato alla stessa pena.

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