Le star usano le stragi per fare propaganda contro Trump

Rihanna si scaglia contro il presidente mentre John Legend accusa The Donald di essere un razzista e di essere parte del problema

Le star usano le stragi per fare propaganda contro Trump

Tutti contro Donald Trump. Le stragi a El Paso e Ohio alimentano il dibattito politico e democratici, star e i giornali progressisti non perdono l'occasione per legare il Presidente degli Stati Uniti alle sparatorie di un un fine settimana da incubo per gli Stati Uniti, accusandolo di fomentare odio, intolleranza e violenza. Una polemica che si consuma con i corpi ancora caldi. La cantante Rihanna ha replicato al tweet di The Donald in cui parlava di "atto di codardia", affermando: "Ehm… Donald, hai scritto male 'terrorismo'! La tua nazione ha avuto due attacchi terroristici a qualche ora di distanza l’uno dall’altro, facendo 30 vittime innocenti".

Questo, ha aggiunto la cantante americana, "soltanto qualche giorno dopo un altro attacco terroristico in California, in cui un terrorista ha potuto comprare legalmente un fucile d’assalto (AK-47) a Las Vegas, e poi guidare per ore fino a un festival culinario in California per uccidere 6 persone, incluso un neonato!”. Nel mirino di Rihanna anche le politiche migratorie dell'amministrazione americana: "Immagina un mondo dove è più semplice ottenere un AK-47 che un permesso di soggiorno! Immagina un mondo in cui costruiscono un muro per tenere i terroristi in America!" ha sottolineato. "Le mie preghiere e le più profonde condoglianze alle famiglie e i cari di tutte le vittime di Texas, California e Ohio! Mi spiace molto per le vostre tragiche perdite! Nessuno merita di morire così! Nessuno!".

Per John Legend, artista che non ha mai nascosto la sua antipia per Donald Trump, il Presidente Usa è parte del problema: "Il mio cuore soffre per El Paso e Dayton. La nostra nazione sta vivendo questi traumi troppo spesso e abbiamo bisogno che i nostri leader prendano provvedimenti urgenti: togliete queste armi da guerra dalla strada e combattete l'ideologia malvagia del nazionalismo bianco che motiva molti di questi terroristi ", ha sottolineato. "Quando condanniamo il veleno razzista proveniente dalla bocca del Presidente e segnaliamo il bigottismo delle sue politiche, non è una questione accademica, non è un gioco politico, si tratta di vita o morte", ha aggiunto. "Il presidente ispira regolarmente gli assassini. È una parte del problema".

Secondo l'attore Rainn Wilson, star di The Office, "la più grande minaccia per gli americani sono i maschi arrabbiato con le pistole" ma la lista degli attori, vip e cantanti che ha attaccato Trump in queste ore è lunga, e da parte da Kevin Bacon e arriva fino a Chris Evans. Tutti contro il tycoon, nonostante sparatorie come a El Paso si siano verificate anche durante la presidenza di Barack Obama: come la strage di Orlando, avvenuta all'interno del night club Pulse nella notte tra l'11 e il 12 giugno 2016. Le vittime accertate furono 49 ma nessun vip se la prese con Obama. E soprattutto, cosa pensano le "star" del fatto che Connor Betts, lo stragista dell'Ohio, almeno secondo quanto emerso in queste ore, si definisse "disinistra"nonché simpatizzante della dem Elizabeth Warren?

Infatti, gli investigatori non hanno finora trovato prove per indicare che la sparatoria nella città sia stata dettata da motivi di odio razziale come invece ipotizzato da alcui media. Lo riferisce la polizia.

"Basandoci solo su dove siamo adesso, non abbiamo alcuna indicazione che la questione razziale sia alla base della strage", ha affermato il capo della polizia di Dayton, Richard Biehl, dando un aggiornamento sulle indagini.

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