"Strappano le unghie...": qual è la nuova prigione di Navalny

Alexey Navalny sta per essere mandato in una delle peggiori prigioni della Russia centrale, quella di Melekhovo: lo ha denunciato lui stesso su Twitter. La sua portavoce ha raccontato cosa accade laggiù

"Strappano le unghie...": qual è la nuova prigione di Navalny

A due mesi dalla sentenza in cui è stato condannato colpevole per "frodi e insulti a un giudice", l'oppositore russo Alexey Navalny ha saputo il nome e la tipologia della prigione di massima sicurezza in cui Putin ha deciso di trasferirlo: andrà a Melekhovo, località della Russia centrale. Nulla di straordinario visto che dovrà scontare 9 anni lontano da Mosca se non fosse per le storie che circolano su questo carcere. "Mi stanno attrezzando una prigione nella prigione" twitta Navalny, affermando che circolano "storie di prigionieri su come vengono tirate fuori le unghie". Invece di mostrarsi preoccupato, Navalny ironizza: "Vabbè, così avrò un motivo per usare un'emoji alla moda", pubbicandone una con lo smalto rosso sulle dita.

"Mostruoso": com'è Melekhovo

La portavoce del più celebre oppositore russo, Kira Yarmish, ha spiegato che "la colonia penale dove Putin ha ordinato di trasferire Navalny, è la numero 6 nella città di Melekhovo, nella regione di Vladimir", la quale ha raccolto diverse testimonianze sui trattamenti riservati in quel carcere. "Si tratta di un posto mostruoso anche per gli insani standard delle carceri russe". "Lì non c'è legge", ha sottolineato, aggiungendo che Putin ha intenzione di mandare Navalny laggiù "per non aver paura di lui e per aver detto la verità". La Yarmish su Twitter ha pubblicato la storia relativa a Gor Ovakimyan, prigioniero assasinato nel 2018 dopo aver subìto torture per molti giorni, una delle storie venute a galla sulle atrocità commesse laggiù. "L'amministrazione della colonia ha nascosto la sua morte ai suoi parenti per quasi una settimana. Quando la famiglia ha trovato il corpo di Ovakimian all'obitorio, si sono accorti dei segni di armi da stordimento, dita delle mani e dei piedi rotte, genitali danneggiati e lividi su tutto il corpo", twitta la portavoce di Navalny, pubblicando la lettera della sorella di Ovakimyan, Ani, provando a dare voce a quanto accaduto proprio nella colonia numero 6, la stessa destinata all'oppositore russo.

"È morto di polmonite..."

Come spesso accade in quei territori, invece della verità è venuta a galla la menzogna. Il certificato di morte ha indicato la causa del decesso come "polmonite" mentre Ovakimyan aveva raccontato alla sua famiglia di essere stato torturato, picchiato e "appeso a un rack per essersi rifiutato di collaborare con l'amministrazione e per aver scritto denunce", scrive Kira Yarmish. Nel marzo 2021, però, un ex detenuto ha raccontato di aver collaborato con l'amministrazione della colonia e che, tre anni prima, lui e altri "attivisti" avevano picchiato a morte Ovakimyan. Lo stesso Ivan Formin, la persona che ha raccontato i fatti, fu picchiato e torturato e anche minacciato di stupro "se non avesse collaborato con l'amministrazione. Anche altri detenuti sono stati picchiati e violentati davanti a lui".

"Torture, bullismo e omicidi"

Valery Gorbunov, un attivista per i diritti umani, ha affermato al quotidiano russo indipendente Novaya Gazeta che IK-6 e IK-3 sono considerate le aree carcerarie peggiori di Melekhovo. "Tortura, bullismo e persino omicidi sono in aumento nella regione di Vladimir, e questo accade con una tale regolarità che è persino spaventoso", ha osservato. Secondo lui, coloro che subiscono torture in queste due colonie vengono mandati a "finire" al Vladimirsky Central (T-2), un altro penitenziario federale russo presente in quella regione.

La condanna di Navalny

La portavoce di Navalny, poi, ha passato in rassegna altre storie simili per denunciare quanto accade a Melekhovo per provare a sensibilizzare l'opinione pubblica prima che la stessa sorte possa toccare al dissidente numero uno dello Zar russo Putin.

Ricordiamo che Navalny è stato condannato a nove anni di carcere: dopo essere stato avvelenato nell'agosto 2020, la Germania gli ha salvato la vita tenendolo in vita e, al suo rientro in Russia nel 2021, è stato subito arrestato e costretto a due anni e mezzo di carcere. Adesso l'ultima accusa, assurda, di frode e insulti a un giudice.

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