La Svizzera vuole il referendum: "Ridiscutere i rapporti con la Ue"

Dall'Ue stretta sull'equivalenza borsistica. E i rapporti con Berna si fanno più freddi. Ora torna la voglia di un referendum per rafforzare la posizione svizzera

La Svizzera vuole il referendum: "Ridiscutere i rapporti con la Ue"

Torna a salire la tensione dopo la decisione di Bruxelles di concedere solo per un anno alla borsa di Benra l'equiparazione e l'accesso ai mercati europei. Nei giorni scorsi, in una intervista rilasciata al domenicale SonntagsBlick, il presidente della confederazione elvetica, Doris Leuthard, ha auspicato un referendum per "chiarire la direzione da prendere nelle relazioni con l'Unione Europea" e per "rafforzare la posizione della Svizzera". "I rapporti con l'Unione europea - ha spiegato - si sono complicati dall'arrivo al potere di nuovi politici europei che faticano a comprendere le specificità elvetiche".

La Svizzera non è uno Stato membro dell'Unione europea. Da qualche tempo sono in corso dei colloqui per stabilire un nuovo trattato quadro che regoli i rapporti tra Bruxelles e Svizzera. Con i vertici dell'Unione europea che stanno cercando di sostituire gli oltre 100 accordi bilaterali che regolano le relazioni con Berna. Ma questa settimana sono emerse frizioni a proposito dell'equivalenza borsistica. Bruxelles ha, infatti, consentito alla Borsa di Berna solo accesso limitato al blocco, determinando le minacce svizzere di una risposta a quella che viene definita una discriminazione.

Così, dopo il raffreddamento dei rapporti di questa settimana, si è tornati a parlare di

referendum. "Dobbiamo chiarire il nostro rapporto con l'Europa - ha dichiarato la presidente al giornale svizzero Sonntags Blick - dobbiamo sapere in che direzione andare. Quindi un referendum sarebbe utile".

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